Tutte le strade di Milano hanno una storia da raccontare, trasudano vita vissuta, anche se per i suoi molti detrattori Milano è grigia, noiosa, fredda, sempre uguale a sé stessa. Non ci sono né estro né fantasia nelle sue vive e nelle sue piazze, affollate di persone che sembrano formichine operose, gente che va sempre troppo di fretta per fermarsi e guardarsi intorno. Perché in parte è vero: se la Lombardia è il cuore generoso e al tempo stesso durissimo del Settentrione italiano, Milano è sicuramente la sua valvola cardiaca. Una città bruciata dal sole cocente d’estate e investita dalla pioggia, dal freddo, dalla neve e dal gelo d’inverno, dove la vita è bella e difficile al tempo stesso. Niente che non sia estremo appartiene alla sua realtà metropolitana e la gente è esattamente come il suo clima: senza mezzi termini. Ma Milano non è soltanto un miscuglio di asfalto e di cemento, dove il respiro è corto per colpa dell’inquinamento e dove lo scarso rispetto per le esistenze umane si può toccare con mano ad ogni angolo. Il fatto è che Milano non aggredisce visivamente chi la percorre, non molesta in continuazione residenti, pendolari e turisti, esibendo le sue meraviglie storiche e artistiche. Milano non si mostra facilmente agli occhi distratti, ma ha un’anima vera, generosa, che si svela solo a chi la sa osservare. No, Milano non va incontro a nessuno, chi la vuole scoprire, chi vuole conoscere le sue storie la deve andare a cercare.
Alcune di queste sono descritte nelle pagine di “Nell’omonima via – I racconti del Drago Verde”, un’antologia di racconti a cura di nove scrittori (fra i quali Rino Morales, Maurizio De Filippis, Giovanni Francavilla, Gian Luca Tavecchia, Nicola Chinellato e Raffaele Maddalena), che saranno i protagonisti della nuova serata di Milano Meravigliosa in scena giovedì 28 febbraio alle 19.30 al Bricks, in via Ascanio Sforza, 31. Gli autori stuzzicheranno la curiosità del pubblico insieme al giornalista e scrittore Ermanno Accardi (anch’egli, peraltro, presente nell’opera con alcuni suoi scritti) e al cantante, attore e regista Lorenzo Castelluccio, con il suo ampio e straordinario repertorio di monologhi e canzoni popolari meneghine. ”Il libro nasce dalla nostra amicizia e della voglia di raccontare la città in cui molti di noi vivono e lavorano attraverso i suoi quartieri e le sue vie”, rivelano gli autori di “Nell’omonima via – I racconti del Drago Verde”, spiegando anche il significato del sottotitolo.
“Il Drago Verde non è un locale di tendenza della movida milanese: è semplicemente uno dei nomi con cui a Milano sono note le fontanelle pubbliche che ci regalano l’acqua potabile. La nostra è una città da sempre in rapida evoluzione, un luogo fisico concreto e tangibile che proietta nell’immaginario collettivo un’idea di modernità “digitale” e d’integrazione nelle reti globali che attraversa lo spazio e il tempo. Quello che emerge, però, è solo la punta dell’iceberg. Esiste anche una Milano diversa e alternativa; quello che emerge dai nostri racconti è una metropoli vista con altri occhi, che consentono di individuare, tra le pieghe avvolgenti della modernità, delle storie inedite e degli itinerari insoliti”.
L’uomo che voleva comprarsi Brera, i misteri svelati di San Giovanni in Conca, improbabili vampiri e il mostro di Niguarda, storie ambientate in una ruvida periferia durante gli anni di piombo, oggetti volanti non identificati, piramidi esoteriche, facce meneghine spigolose e il mondo in un cortile.
Quando un milanese vi invita a bere al Drago Verde non potete declinare l’invito. Potreste pentirvene…