Una targa commemorativa sul muro della sua casa natale per ricordare che quest’anno avrebbe compiuto ottant’anni. Milano non dimentica il suo amato Giorgio Gaber, “Il Signor G” (come affettuosamente i milanesi chiamavano il grande artista), cogliendo una delle molte occasioni che lui le offre per ricordarlo. Sono stati i condomini del palazzo in cui Gaber era nato il 25 gennaio del 1939, in via Londonio 28, nei pressi della sede Rai di Corso Sempione, a proporre l’iniziativa alla Fondazione che gli è stata intitolata dopo la sua scomparsa, il primo giorno di gennaio del 2003. Sulla targa c’è scritto: “Qui nacque nel 1939 Giorgio Gaber. Inventore del Teatro-Canzone. La sua opera accompagna vecchie e nuove generazioni sulla strada della libertà di pensiero e dell’onestà intellettuale”.
Gaber proveniva da una famiglia piccolo borghese. I suoi genitori (il padre Guido Gaberscik, impiegato, istriano, e la madre Carla Mazzoran, casalinga, veneta) erano iscritti nelle liste degli emigranti venuti a Milano da tutta Italia in cerca di un futuro migliore. Lo stato di salute di Giorgio, da bambino, era cagionevole; durante l’infanzia, infatti, si ammalò più volte. Poi, un brutto infortunio al braccio sinistro gli procurò una lieve paralisi alla mano (fra gli otto e i nove anni), imponendogli un’attività fisica costante per la rieducazione motoria. E considerato che il fratello maggiore Marcello suonava la chitarra, anche lui imparò a suonarla. L’idea diede buonissimi risultati, sia sotto il profilo medico che artistico. Da adulto, Gaber disse: “Tutta la mia carriera è nata da quella malattia”.
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)