Sarà inaugurata il prossimo 4 novembre alle 18.30, allo Spazio HUS di via San Fermo 19, a Milano, la mostra personale “Redaelli. L’arte in codice”, a cura di Francesca Bianucci e Chiara Cinelli. In esposizione una selezione di opere frutto di una ricerca artistica nata dal confronto tra Giordano Redaelli (già noto per la sua Packaging Art) e il figlio Michele, ingegnere di formazione, che si è accostato al mondo dell’arte fin da piccolo, grazie alla passione trasmessagli del padre. Da qui prende forma l’elaborazione di un linguaggio artistico che traspone, nel lessico proprio dell’arte, il codice binario, ovvero il sistema numerico che fonda il linguaggio informatico e la cui invenzione è da considerarsi fra le più importanti rivoluzioni contemporanee. Da questo incontro, biografico prima ancora che artistico, nasce quello che si potrebbe definire il “Codice Redaelli”: una lettura binaria della vita e dell’arte, che si traduce nell’alternarsi ritmico di due simboli numerici (0 e 1) su tele monocrome di una nitida purezza formale. “Sul piano estetico”, osservano le curatrici, “Giordano Redaelli traduce la polarità del codice binario in un linguaggio astratto improntato all’essenzialità e al rigore formale. Queste opere sono la trasposizione visuale di un codice astratto, che appartiene sì al mondo della logica matematica ma che apre, al contempo, un orizzonte ampio di significati possibili, che ne travalicano il mero aspetto scientifico. Da qui la peculiare suggestione che esse esercitano in chi le osserva. La matrice matematica dell’opera si traduce in una composizione rigorosa ed essenziale che appare, tuttavia, pervasa da un senso diffuso di mistero, da un’ambiguità semantica in manifesto contrasto con l’esattezza del codice rappresentato. Il codice si spoglia della sua accezione strettamente matematica e diviene pretesto per una visione più ampia della realtà come sistema complesso di relazioni”. Rielaborando in chiave estetica il legno pregiato proveniente dal laboratorio creativo di HUS Milano, Giordano Redaelli ha realizzato due opere inedite che arricchiscono l’esposizione, oltre a rappresentare un omaggio alla storia di questo spazio, che in passato ospitava un laboratorio artigianale per l’incisione del legno. Qui venivano prodotte tavole di legno per xilografia che poi erano impiegate nel processo di stampa dei quotidiani. Il legno e l’artigianalità continuano ad essere protagonisti di questo luogo. La mostra “Redaelli. L’arte in codice” resterà aperta fino a 4 dicembre prossimo.