E’ una lotta impari, una guerra persa in partenza, quella dei piccoli negozi che nelle grandi città come Milano devono affrontare la spietata concorrenza dei supermercati e dei centri commerciali. Ma questi esercizi restano pur sempre l’ultimo, commovente avamposto di umanità dei quartieri cittadini, nell’ambito del tradizionale scambio fra domanda e offerta. Siamo entrati in uno dei più colorati e suggestivi di via Mac Mahon (che si trova in una delle zone cuscinetto fra il Centro Storico e la periferia), “La Luna e la Carta” di Simona Curti, milanese doc. Si tratta di un luogo magico, dove il tempo sembra essersi fermato ad un’epoca non eccessivamente antica, ma sicuramente diversa, molto diversa da quella attuale.
“Questa cartoleria è nata nel 1982, per volontà di mio Padre Luciano, ex artigiano dell’argento, e di mia madre Nuccia”, racconta la proprietaria. “Dopo la scuola, venivo sempre qui a dare una mano ai miei genitori perché ho sempre avuto una grande passione per la carta. Poi, dopo due anni di studi universitari, ho scelto di continuare questa attività insieme a loro e dopo di loro perché me la sentivo e me la sento ancora oggi davvero addosso”. Ogni volta che entro qui (abito da decenni a poche centinaia di metri di distanza), per comprare qualcosa o soltanto per un saluto alla titolare, vengo catapultato in un’altra dimensione, una specie di viaggio a ritroso nel tempo, che mi fa tornare piacevolmente giovane. Tutto mi sembra uguale (anche se così non è), dagli oggetti al profumo della carta: quaderni, matite, penne e pennarelli. E poi le agende, i biglietti d’auguri, i fogli coloratissimi e originali per i pacchetti regalo, gli articoli natalizi, i peluche.
“Trattiamo anche la bigiotteria artigianale e gli articoli di cartotecnica che ricordano un po’ le vecchie legatorie”, rivela Simona Curti. “Ma oggi questo mestiere sta cambiando rapidamente e bisogna inventarsi in fretta un nuovo assortimento. Quello che resta di saldamente ancorato al passato è il ruolo particolare di negozi come questo, cioè di vera aggregazione sociale. I clienti abituali, in particolare le persone più anziane, infatti, vengono a fare acquisti, ma si fermano più del dovuto a scambiare quattro chiacchiere. E molti si sono addirittura conosciuti qui, per poi frequentarsi anche altrove. E’ una cosa che mi emoziona e mi inorgoglisce”. Insomma, in una Milano che va sempre più veloce, l’andamento lento di una cartoleria molto umana ci riporta a una condizione meno frenetica e più sopportabile. “Sì, Milano è veramente cambiata ed è inevitabile”, afferma l’affascinante e simpatica cartolaia. “Ha perso per strada molti aspetti e caratteristiche del passato, come la nebbia, per esempio (e ride). Ma al di là delle battute, oggi è più europea e turistica, lo vedo anche dalla mia nuova clientela. E poi si parla meno il dialetto milanese, ma molto di più la lingua inglese. E questo, obiettivamente, è un cambiamento in meglio”.
Sul futuro di attività commerciali come queste, infine, Simona Curti nutre una speranza: “Che la gente della zona continui a credere nel negozio come luogo non soltanto di compravendita, ma di belle e sincere relazioni interpersonali”, conclude. “Altrimenti, ci toccherà innovare e rassegnarci a vendere “on line”. Ma vivrei la scelta obbligata come una sconfitta, dal punto di vista dei rapporti umani”.
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)