È impegnata da diverso tempo come autrice, copywriter e responsabile di uffici stampa e dopo essersi fatta notare lo scorso anno con la web serie A.Q.A. (Attori Quarantenati Autonomi), ispirata al lockdown, ha debuttato recentemente anche in teatro con il monologo comico SVAMP TUTORIAL, presentato nell’ambito della seconda edizione di Artesia Festival, a Canicattini Bagni, nel Siracusano. Isabella Rotti, milanese, una laurea con il massimo dei voti in Letteratura Ispano-Americana alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Cattolica di Milano (con una tesi sull’autore teatrale argentino Roberto Jorge Payrò) ha manifestato da sempre un grande interesse per tutte le forme di arte e per la comunicazione, maturando esperienze in ambito editoriale, prima come interprete e traduttrice poi scrivendo articoli storici, recensioni cinematografiche e curando rubriche di teatro, spettacolo costume e moda. “SVAMP TUTORIAL nasce dal successo su YouTube di SVAMP CHANNEL, un contenitore di personaggi ideato e scritto da me, con protagonista l’attrice, performer e formatrice Cinzia Brugnola”, ci spiega Isabella. “Visti gli ottimi riscontri, è venuta quasi naturale la proposta di farne anche un monologo comico. I tre personaggi sono ispirati al mondo dei tutorial di YouTube, ovvero a quella moltitudine di esperti (o pseudo tali) che promettono soluzioni facili e immediate a qualunque problema. La comicità nasce dal divario tra ciò che queste docenti (chiamiamole così) vogliono insegnare al pubblico della Rete e le loro stesse personalità, che sono assolutamente in contrasto con le discipline di cui si autoproclamano esperte. Abbiamo, per esempio, la dating coach Gioia Didarla, dottoressa in Rimorchiologia e in Filosofia delle emoji, che dispensa consigli su come catalogare e accalappiare uomini su Tinder, ma è assolutamente incapace di gestire una relazione amorosa. Poi la romagnola Bellazia Makeup, che crea tutorial di cosmesi molto casalinghi e promuove un tipo di make up slow, per chi fretta non ha, con risultati a dir poco imbarazzanti. E poi ancora Damatrà, trainer di bioenergetica, che propone metodi di rilassamento molto particolari e di difficile realizzazione, soprattutto perché la prima ad avere problemi di gestione della rabbia è proprio lei. Da un punto di vista sociologico è interessante notare come il lockdown abbia visto il boom delle app di dating come Tinder e dello stesso YouTube, con visualizzazioni da record di video-tutorial di ogni genere. Credo che questa tendenza sia molto legata alla voglia di esorcizzare la solitudine da confinamento, seppur in modo virtuale. Infatti, in SVAMP TUTORIAL ho immaginato una protagonista che ha per l’appunto vissuto il lockdown con l’unica compagnia del computer, facendo indigestione di video-tutorial. Giunta alla fine della clausura forzata, proprio quando potrebbe trovare tutte le risposte nel mondo reale si rifugia in un demenziale caleidoscopio di personaggi femminili, che sono diventati una parte molto importante della sua personalità”.
Affrontiamo adesso (direi quasi inevitabilmente) il tema dell’Emergenza Covid, che stiamo purtroppo ancora vivendo. Da cittadina e donna di cultura quale sei, che idea ti sei fatta, a questo punto? Quali sviluppi ci aspettano?
“Il Covid è ormai parte della nostra quotidianità e credo abbia cambiato per sempre le nostre abitudini, sia a livello sanitario sia sociale. Non penso che saremo tutti migliori dopo questa esperienza, anche perché purtroppo ho verificato, a livello personale, che non sempre l’emergenza ha dato vita a solidarietà reciproca. Penso che ci sia già una tendenza a voler dimenticare questo orribile periodo, quasi per volerlo esorcizzare. Sto osservando, però, una grande voglia di riscatto a livello lavorativo e anche emotivo, un desiderio di vivere intensamente la quotidianità, che secondo me è l’aspetto più interessante, anche in vista di una ripresa complessiva”.
Parliamo della progressione delle chiusure e delle aperture dei teatri e dei luoghi di intrattenimento culturale, delle regole di sicurezza previste attualmente per un’attività più o meno normale. È giusto, secondo te, quello che è avvenuto e che sta ancora avvenendo?
“Il teatro è uno dei pochi luoghi in cui le misure di sicurezza anti-Covid sono state attuate da subito. Osservo una naturale connessione tra chi gestisce i teatri e il pubblico stesso, che si è immediatamente abituato alle nuove regole e le mette in pratica con rigore assoluto. Ritengo che sia giusto applicare i protocolli di sicurezza, ma onestamente non capisco perché non siano applicati in tutti i luoghi a rischio di assembramento”.
Non pensi che come spesso accade, paradossalmente, in situazioni come queste si creino nuove opportunità in tutti gli ambiti, dal sociale al culturale e a quello lavorativo e professionale?
“La creatività è sicuramente stata stimolata. Penso al mio caso: da anni avevo in mente di scrivere per il teatro, ma sono sempre stata risucchiata dal lavoro. Fra l’altro il lockdown, lo scorso anno, mi ha ispirato non soltanto SVAMP TUTORIAL, ma anche la web-serie A.Q.A. (Attori Quarantenati Anonimi), con Dario Merlini, Arturo Di Tullio, Cinzia Brugnola, Paola Giacometti, Michele Basile, Sonia Grandis e Monica Faggiani, incentrata sulle disavventure di un gruppo di attori disoccupati a causa proprio del lockdown. L’abbiamo girata, per ovvi motivi, interamente a distanza, su Zoom. Complessivamente, sto constatando una tendenza generale a voler sfruttare le potenzialità digitali in ogni modo possibile. Penso a chi si è iscritto ai corsi on line durante il confinamento: ha scoperto nuovi interessi, imparato una lingua, oppure ha finalmente appreso come usare i device tecnologici, verso i quali magari aveva sempre nutrito diffidenza”.
Parliamo della nostra Milano, adesso. Com’è cambiata e come sta cambiando, secondo te, alla luce degli ultimi due importanti avvenimenti, in ordine cronologico: l’Expo del 2015 e la sciagurata pandemia che ci ha visto, nostro malgrado, principali quanto involontari protagonisti?
“L’Expo è stata un’occasione irripetibile, in cui Milano ha brillato non solo come capitale del lavoro e degli affari, ma anche di luce propria. Il record di presenze durante il periodo, infatti, ha generato negli anni successivi un boom di visitatori che hanno finalmente scoperto le bellezze culturali e architettoniche della nostra città. Per contro, subito dopo il lockdown, era alienante passare per una Piazza Duomo quasi completamente deserta. Ora la voglia di riscatto è tanta e questa tendenza si sta invertendo. Vedo i milanesi ancora più concentrati sui risultati (non solo a livello lavorativo) e desiderosi di far riscoprire ancora una volta a tutti la propria città”.
Per concludere, Isabella: secondo te cambierà lo stile di vita a Milano? Finora i suoi abitanti sono stati costretti a cambiarlo, visto che questa città vive delle sue relazioni, degli incontri che diventano occasioni e progetti e invece per diversi mesi ha dovuto organizzarsi diversamente, con i social network e le video chiamate. E oggi, invece, che si comincia ad intravedere la fine di questa emergenza sanitaria, politica, economica e sociale?
“Sì, lo stile di vita dei milanesi è già cambiato. Penso agli interminabili pranzi di lavoro di un tempo, che ora si sono trasformati in riunioni su Zoom, Skype o Google Meet. Credo che questa abitudine rimarrà e penso sia un bene, perché consente di dividere l’aspetto lavorativo da quello di puro intrattenimento. Sicuramente il lavoro in presenza è ancora necessario in alcuni casi, ma ottimizzarne i tempi permette di ridurre i costi e anche di avere più tempo per la qualità della vita privata”.
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)
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