L’appuntamento è per il prossimo 26 gennaio alle 10.15, in via Washington. Sul marciapiede antistante lo stabile al civico 79 sarà apposta una pietra d’inciampo intitolata all’avvocato e giornalista pugliese Alfredo Violante, morto il 24 aprile del 1945, a 57 anni, nel campo di concentramento nazista di Mauthausen. L’iniziativa comunale è stata promossa dall’Associazione Regionale Pugliesi di Milano, particolarmente attiva in diversi ambiti storici, culturali e della comunicazione. Nato a Rutigliano, nel Barese, il 25 ottobre del 1888, Violante esordì giovanissimo nel giornalismo locale (fondò e diresse il Quotidiano e il Rinnovamento), per poi essere successivamente chiamato da Matilde Serao a dirigere la pagina meridionale de Il Giorno. Fu inoltre tra i fondatori della Gazzetta del Mezzogiorno, frutto della trasformazione del vecchio Corriere delle Puglie. Violante fu un oratore forbito, nonché autore di pregevoli monografie sulla Puglia e riguardanti alcuni pugliesi eccellenti (famosa quella in memoria di Giuseppe di Vagno). E numerosa è stata anche la sua produzione letteraria e saggistica: Il Corano di Maometto (1913); prefazione a Bedros Tourian, I Miserabili, dramma in cinque atti, versione italiana di Hrand Nazariantz (1916); Giuseppe Di Vagno (1921); Bari: la regina delle Puglie (1926); Almanacco di Puglia. Foligno città dei trimi (1926); Barletta: la città della disfida (1927); Gioia del Colle (1928); Andria e Castel del Monte belvedere di Puglia (1929); Bari: la città più nuova d’Italia, estratto da L’economia nazionale: rassegna mensile illustrata, 27, gennaio-febbraio (1935). Si legò ai meridionalisti Gaetano Salvemini e Tommaso Fiore e al poeta e giornalista armeno Hrand Nazariantz, che sarebbe stato incaricato di comporre il suo necrologio, letto a Radio Bari. In seguito alla soppressione del quotidiano Il Nuovo Corriere (da lui fondato) emigrò a Milano, dedicandosi all’avvocatura e conservando intatto nel cuore l’amore per la sua Puglia e per la libertà. Dovette limitarsi ad un’attività giornalistica politicamente innocua; fondò e diresse un quindicinale chiamato La Puglia e poi Terra di Puglia. Nell’estate del 1943 entrò nella Resistenza italiana, fondò il Partito progressista italiano Alta Italia e un giornale clandestino, Il Progresso. Il primo dicembre dello stesso anno venne arrestato per attività sovversiva e nel giugno del 1944 fu deportato a Mauthausen, da dove non fece più ritorno. La pietra d’inciampo dedicata ad Alfredo Violante è una delle innumerevoli iniziative di questo tipo, ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati, appunto, nei campi di sterminio nazisti. Consiste nell’incorporare, nel selciato stradale, davanti alle ultime abitazioni delle vittime, dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore.