Milano continua ad essere (o forse solo a sembrare) la capitale economica d’Italia. Stiamo parlando di una condizione che è molto cambiata da quando, nel secondo dopoguerra, la Lombardia era il più imponente distretto produttivo e aveva in Milano il suo fulcro di presentazione al pubblico.
I ragazzini di quell’epoca (ed io tra essi), nell’apprendere la Geografia, imparavano non solo la morfologia della Penisola, ma anche quanto fosse importante la Fiera Campionaria milanese, che ai miei occhi di bambino era una sorta di Paese delle Meraviglie, in cui si poteva trovare ogni sorta di ben di Dio tra quelli che producevamo. L’Italia, infatti, aveva allora un settore primario, l’Agricoltura, e un settore secondario, l’Industria, che potevano trovare nella nostra città un luogo in cui ricevere servizi, cioè un settore terziario, che fu in seguito definito “terziario avanzato”. La decadenza e la riduzione del settore dell’Agricoltura e dell’Industria hanno avuto tutta una serie di conseguenze, che da esse derivano anche per Milano.
Impoverendosi la base produttiva, i servizi hanno dovuto cercare nuovi spazi e le difficoltà aziendali sono un primo fattore di insicurezza. Viviamo un’epoca in cui il mito del successo attraverso i reality show, i sogni finanziari e la vita agiata degli influencer creano disagio e frustrazione. Assai pochi ce la fanno e qualcuno di quei pochi può anche subire dei pesanti rovesci, come a volte si vede chiaramente. Milano è il punto di accumulazione di sogni e bramosie di successo facile, che ha alterato il suo tessuto. Lo studio e il lavoro sono diventati dei fastidiosi orpelli e sui media proliferano notizie di come fare a vivere allegramente con speculazioni d’ogni tipo. L’ozio, come noto, è il padre di tutti i vizi, e pone le premesse per generare situazioni di instabilità e pericolo anche per i cittadini studiosi e lavoratori, che rimangono comunque la maggioranza.
Una società senza valori anche in Economia è una società oggettivamente perturbata perché, quando risulta evidente che il successo può arridere a pochissimi, tutti i concorrenti dei reality show che hanno visto infrangersi il loro sogno diventano prigionieri di un gorgo che li spinge ai margini della società e li porta sulla strada della devianza. La cintura delle periferie milanesi, che assedia il Centro dei pochi e ricchi benestanti in linea con tutte le normative nazionali e sovranazionali, diventa progressivamente un girone infernale in cui agiscono altri fattori, come quelli sociali ed etnico-religiosi, per generare sofferenza, protesta e rabbia.
Potrà sembrare strano sentir parlare di queste cose analizzando il problema della sicurezza in una grande città come Milano, ma come la sicurezza è un problema che sovrasta gli altri dobbiamo anche riconoscere l’interrelazione con ognuno dei fattori citati.
Francesco Cosimato (Generale di Brigata in congedo)
(Immagini tratte dal web)