Milano è cara, carissima. Da sempre, si sa, ma soprattutto da quando la pandemia si è abbattuta sulla nostra città, che è stata una delle prime, nel mondo, a prenderla di faccia. A fare le spese di questo e molto altro, neanche a dirlo, sono i più poveri e gli emarginati. Come gli anziani indigenti, per esempio: uomini e donne che hanno superato i settant’anni, soli o in coppia, con la pensione minima, che non riescono a sbarcare il lunario tra l’affitto di casa (quasi sempre dell’Aler), le bollette delle utenze, le medicine e qualsiasi altra spesa fissa. A queste persone, che hanno quasi tutte lavorato per una vita intera, resta soltanto un minimo di dignità, quello di non chiedere aiuto ai figli (se ce li hanno). E allora per tirare a campare vanno a raccogliere gli avanzi di cibo scartati dai mercati rionali alla fine della giornata di lavoro, oppure chiedono timidamente agli ambulanti se è rimasta della merce invenduta a un buon prezzo. E allora i commercianti, che ormai li conoscono bene e assistono da anni a queste scene di dignitosa povertà, cercano di aiutarli, regalando i prodotti avanzati, dalla frutta alla verdura e al pesce. Ma ci sono anche gli anziani che non hanno il coraggio di chiedere nulla e nemmeno di avvicinarsi alle bancarelle. Allora vanno direttamente a prendere gli scarti dai cassonetti dei rifiuti, dove la merce magari è un po’ bacata, ma pur sempre commestibile. Il fenomeno, per quanto conosciuto e consolidato, è purtroppo in crescita esponenziale (si parla del trenta per cento in più, dopo l’emergenza sanitaria) e le singole storie di queste persone, quando vengono raccontate, spezzano il cuore. Rovistano tra i rifiuti in periferia e anche in altre zone cittadine più centrali, da Quarto Oggiaro al Corvetto, da Baggio a San Siro, da Porta Genova al Sempione. E le associazioni umanitarie e di volontariato, sia laiche sia religiose, non smettono di lanciare appelli e allarmi: sono migliaia, infatti, le persone, non soltanto anziane, che si recano nelle loro mense e fanno la coda ogni giorno per mangiare. Senza scendere da un barcone, ma soltanto da un tram. Quando se lo possono permettere…
(Immagine tratta dal web)