Giancarlo Restivo e la sua Nuova Organizzazione d’Imprese: “Valorizzare il Made in Italy per ripartire tutti insieme dopo l’Emergenza Coronavirus”

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Scrittore, cantautore, disegnatore di fumetti, imprenditore, consulente, formatore e vicepresidente della Nazionale italiana di calcio “Sicurezza sul Lavoro”, che ambisce alla promozione dei valori di salute e sicurezza lavorativa, appunto, attraverso lo sport. Giancarlo Restivo, siciliano di Agrigento, 39 anni, è un uomo davvero poliedrico, in continuo movimento. E pur rispettando le regole stabilite dal Governo per uscirne, non si è fermato nemmeno per l’Emergenza Coronavirus, dando impulso a Milano alla Nuova Organizzazione d’Imprese, un organismo a cui aderiscono diversi imprenditori accomunati da unico obiettivo: la valorizzazione del Made in Italy. “Si tratta di un raccoglitore di esperienze associative”, spiega Restivo, “che mette a confronto realtà lavorative differenti e le fa confluire in un’unica attività di networking. Ho sempre pensato che l’associazionismo avesse bisogno di maggior dinamismo, al di là della comunità d’intenti, che da sola non basta per raggiungere obiettivi concreti. Ho lavorato alla creazione di un vero e proprio movimento nazionale, che sta avendo un’incidenza interessante sullo scenario imprenditoriale e anche istituzionale. Selezioniamo profili umani e professionali di valore per realizzare nuovi progetti, innovazione e perfino una classe dirigente, se ci sarà dato il giusto spazio”. Videoconferenze, utilizzo mirato dei social network e contatti continui fra gli associati per monitorare i diversi scenari e gli ambiti d’intervento, senza tralasciare tutti gli aspetti giuridici e normativi legati anche alle singole responsabilità di settore riguardanti i rapporti con i dipendenti, i fornitori, i collaboratori e i clienti, fino ad ipotizzare una proposta di scudo penale per i datori di lavoro virtuosi. Sono molte le carte messe sul tavolo dalla Nuova Organizzazione d’Imprese. “La drammatica situazione che stiamo vivendo, sotto tutti i punti di vista, ci ha spinto ad aggiornarci continuamente, giorno dopo giorno, sulla valutazione dei rischi, i piani di emergenza, i protocolli sanitari, programmando le sanificazioni, procurandoci gli igienizzanti, i Dpi e le protezioni necessarie. E in ultimo, ma non certo per importanza, abbiamo dovuto tenere sotto controllo l’aspetto economico. Per questo abbiamo attuato il networking continuo e permanente, promuovendo l’utilizzo di ammortizzatori per i lavoratori non immediatamente impegnati e lo smartworking come lavoro ordinario. Perfino la dismissione di sedi o uffici, se non più necessari. Abbiamo elaborato nuove proposte commerciali, cambi di attività economica, aggiornato i clienti sulle nuove proposte, sviluppato campagne di marketing per la riapertura, appoggiandoci a piattaforme di vendita on line e servizi digital e vagliando ogni soluzione finanziaria possibile. Insomma, ci siamo aiutati non a fare gli imprenditori, ma ad essere imprenditori”.

Giancarlo Restivo durante un incontro pubblico per presentare la sua Nuova Organizzazione d’Imprese

Qual è la Sua opinione sulla situazione attuale? Siamo davvero entrati nella Fase 2?

“A parer mio non ci sono fasi. Ogni giorno ci troviamo di fronte a problemi da risolvere. Questa è una condizione più dura delle altre, soprattutto per chi fa impresa. Bisognerà trovare le risorse per mantenere attiva la popolazione lavorativa solo in parte, dotarsi di protocolli e soluzioni sanitarie adeguate che prevedono necessariamente un impegno economico e rimodulare il proprio core business sulla base della nuova realtà che tutti noi avremo davanti. Per non parlare delle responsabilità legali relative a tutto questo. Decisamente un rebus complesso da dover risolvere. Dobbiamo avere una visione d’insieme che possa permetterci di affrontare tutto questo”.

Secondo lei è stato fatto tutto il possibile per combattere questo nemico invisibile? In particolare a Milano e in tutta la Lombardia…

“È stato fatto quello che ci ha trasmesso l’esperienza asiatica. Ricordiamoci che sia per il Governo, che per la Regione e che per il Comune questa era ed è una esperienza senza precedenti. Prendere le giuste decisioni non è semplice in una condizione fuori controllo per tutti. Alcuni sono stati più bravi, altri meno. Quello che posso dire è che dopo tutti i tentativi adesso è necessario adottare le soluzioni migliori e farle diventare buone prassi per tutti, senza fare a gara a chi è stato più bravo e puntare il dito sugli errori dell’altro. Non c’è nessuno, ripeto, che non sia rimasto spiazzato da quanto è accaduto”.

 

 

Un’altra immagine di Giancarlo Restivo, a capo dell’associazione che ha l’obiettivo di valorizzare il Made in Italy

A Suo parere quando usciremo definitivamente dall’emergenza?

“I tempi e neppure i danni sono quantificabili. Mi sembra improprio pensare a scenari futuri che fanno pesare ancora di più l’incertezza. Quello che ci viene chiesto è di essere responsabili oggi, non interrompere il dialogo con i propri dipendenti e i fornitori, mettendosi in linea con i pagamenti. Non abbandonare i clienti, che hanno bisogno di essere motivati di nuovo ad acquistare e a consumare. Per questo è il momento della creatività, di idee e soluzioni nuove ai bisogni di adesso, proponendo nuovi prodotti e servizi che creino il giusto appeal per far ripartire i consumi. Dopo una stasi così ampia non necessariamente i consumi ripartiranno automaticamente. Bisogna prima di tutto non scoraggiarci. Noi imprenditori siamo persone, subiamo anche noi l’urto delle difficoltà. E dal punto di vista personale è un momento che costringe a ritrovare e riaffermare quello che conta veramente nella vita, lo sguardo di una moglie, dei figli, degli amici dietro a uno schermo. Circondiamoci di affetti e riprogrammiamo la nostra vita anche per loro, con obiettivi, a breve, medio e lungo periodo. Ma senza la coscienza di uno scopo chiaro non andremo molto lontano”.

Avete elaborato un piano strategico. Può accennarci qualcosa, in conclusione?

“Il nostro piano strategico non è solo uno strumento elaborato come soluzione da porre all’attenzione di interlocutori istituzionali, ma è innanzitutto la visione d’insieme necessaria a cui ho accennato prima. Gli interventi proposti si dividono in due fasi principali, individuate in ordine di priorità di intervento. Una prima fase prevede interventi specifici nelle seguenti aree: protezione del sistema bancario italiano, protezione del sistema di pagamenti, recupero ed utilizzo della ricchezza dei cittadini, creazione di un Istituto Nazionale per lo Sviluppo Industriale, riforma fiscale, riforma per la semplificazione amministrativa, misure strutturali e (sembra che nessuno ne parli) le misure per la famiglia e la persona. Poi abbiamo previsto una seconda fase, che riguarda misure a carattere strutturale, per individuare quegli strumenti finalizzati al rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale, articolata in una serie di iniziative finalizzate a realizzare infrastrutture strategiche a supporto dello sviluppo del sistema produttivo e a protezione della salute e sicurezza della collettività e dell’ambiente. Tra queste, ci sono misure strutturali legate al potenziamento dell’istruzione e della scuola, dell’ambito sanitario e civile, del territorio e del patrimonio artistico e culturale. Così come le misure a tutela della famiglia naturale e della persona. E si aggiungono in premessa, nel documento, le norme transitorie per il Covid19, prendendo in considerazione quali siano, in questa fase di grandi polemiche sui test e sui diversi dispositivi da utilizzarsi, le disposizioni necessarie per una equilibrata limitazione delle responsabilità in materia di sicurezza degli stessi datori di lavoro, durante questa emergenza epidemiologica. Abbiamo posto l’accento, infine, sulla tutela delle aziende in crisi perché non possiamo permetterci il fallimento di nessuno. E il riferimento è in particolare a Milano, da sempre la terra di mezzo, la “medio-lanum”, il crocevia di rapporti di gente che dal basso può dare la giusta spinta produttiva e di volontà nell’attuazione del piano. Che avverrà se la gente non cederà a quell’abbrutimento generale a cui siamo tentati di lasciarci andare”…