Trae spesso ispirazione dalla letteratura sudamericana e dal milanese Andrea G. Pinketts, che fu suo caro amico e collega di scrittura. E sabato 25 giugno prossimo, al Garage Moulinski di via Pacinotti al civico 4, presenterà il suo nuovo libro, “Mediterraneo Nero”, nell’ambito di una rassegna letteraria dedicata a “Giungla Gialla”, la collana di Mursia Editore che annovera alcuni tra i migliori scrittori noir del nostro Paese. Il giornalista e scrittore Gian Luca Campagna, dunque, sarà uno dei protagonisti della serata del noto locale meneghino, insieme al suo romanzo, che come quasi tutti i romanzi giallo-noir, per quanto frutto delle fantasia degli autori, affonda le sue radici nelle vere problematiche sociali, nei malesseri del corpo e dell’anima, nei misteri delle storie politico-economiche e nelle personalità distorte e deviate di soggetti realmente esistiti ed esistenti.
“Sì, in effetti Francesco Cuccovillo, il protagonista del mio racconto, potrebbe essere un collega che lavora alla cronaca di qualsiasi quotidiano nazionale o locale”, afferma Campagna. “Dà la caccia a un uomo che negli anni ’90 gestiva lo smaltimento illecito dei rifiuti tossici, tra navi autoaffondate e il traffico con i Paesi del Terzo Mondo, dove venivano sversati costruendo reti stradali in mezzo al deserto. Una pratica che trovava collocazione anche in quella Somalia dove nel 1994 perse la vita la giornalista Ilaria Alpi. A quel tempo, c’era una pratica diffusa: l’Europa industriale si disfaceva dei rifiuti pericolosi tramite le cosiddette “navi a perdere”, quelle carrette del mare che registravano un carico normale (diciamo così), per poi sostituirlo con fusti tossici (scorie nucleari e chimiche) che venivano autoaffondate, appunto, in punti abissali del Mediterraneo, sulle coste italiane, o nell’Oceano Atlantico, al largo della Francia o del Portogallo da armatori ed equipaggi senza scrupoli. La truffa era ben congegnata perché in questo modo le mafie guadagnavano tre volte: ricevevano denaro in nero dalle industrie, che si sbarazzavano di rifiuti che avevano costi altissimi per lo smaltimento (e spesso erano rifiuti non registrati), intascavano poi i soldi delle assicurazioni per il carico simulato perso e infine il rimborso per la stessa nave mercantile affondata. La storia che si dipana in questo romanzo”, dice ancora in conclusione l’autore, “segue proprio la scia di una di queste navi, autoaffondata al largo delle coste pugliesi. Tra reticenze, depistaggi, bugie, sospetti, mezze verità, aiuti inaspettati, Ciccio Cuccovillo compirà un autentico viaggio lungo le coste italiane, dal Sud al Centro, passando da Ovest per arrivare ad Est. E il mio romanzo si chiama “Mediterraneo Nero” proprio perché la trama tocca gran parte delle coste italiane, trattando di ogni zona la sua anima nera”…