Gaetano Condarcuri è a capo di TIDE, acronimo di Tailored Italian Decors, azienda milanese specializzata nella realizzazione di decorazioni d’interni, che propone lavorazioni in resina, tessuti d’arredo e una collezione dedicata di carta da parati. Che si tratti di una casa, di un ufficio o di un albergo, ma anche di altre tipologie di spazi sia residenziali che pubblici, caratterizzati da diverse funzionalità, Tide, utilizzando cemento, calce, micro-rivestimenti acrilici, perlescenti o metallizzati, oppure materiali grezzi o lavorati con originalità e stile innovativi, esprime i migliori valori del Made in Italy. “TIDE nasce nel 2015 “ racconta Condarcuri, “con l’idea di creare una struttura specializzata nella decorazione d’interni, principalmente nel decorativo murale, per poi ampliare l’offerta a tutto il mondo delle finiture. L’anno scorso abbiamo aperto la nostra prima show room in via Cesare Battisti a Milano”.
Lei ama definirsi un ‘editore di finiture’? Che cosa intende esattamente?
“Un editore perché non facciamo altro che prendere dei materiali e delle lavorazioni esistenti, che fanno parte della nostra storia culturale, soprattutto italiana, e rielaborarle in chiave moderna. Ai tempi di Pompei erano presenti gli encausti e i marmorini, lavorazioni che si utilizzano anche oggi; per questo non possiamo definirci propriamente inventori o produttori e il termine editori è forse quello più adatto proprio perché facciamo nostri dei contenuti storici che esistono da diversi anni”.
A proposito di design, purtroppo è stata cancellata l’edizione 2020 del Salone del Mobile di Milano, il più grande evento internazionale del settore, che ogni anno attira alla Fiera di Rho quasi 400mila visitatori ed è uno dei principali motori per l’export delle imprese italiane. Il Salone dunque slitta all’aprile 2021 e così pure tutte le iniziative legate al FuoriSalone. Si sta già organizzando in previsione dell’anno prossimo, oppure pensa che sia ancora prematuro?
“La cancellazione del Salone del Mobile è stata un duro colpo per tutte le realtà del settore. Dal nostro punto di vista lo abbiamo sentito particolarmente perché avrebbe dovuto essere il Salone della presentazione vera e propria di TIDE. L’anno scorso abbiamo aperto a inizio aprile, appena in tempo per presentarci ma a causa dei lavori per lo showroom e per il brand non siamo riusciti a pianificare degli eventi o delle occasioni particolari che avremmo voluto inserire quest’anno. Eravamo pronti a presentare alcune nuove collezioni decorative, effetto resina, la nostra prima collezione di carta da parati. Era stato fatto un lavoro importante per riuscire ad arrivare preparati, ma non è stato possibile. Consideriamo comunque l’accaduto come un’opportunità per arrivare ancora più pronti l’anno prossimo, ampliando ulteriormente la gamma di prodotti da presentare”.
Un annullamento che ha inferto un duro colpo alla nostra città, che sta vivendo senz’altro la fase più difficile della sua storia dalla Seconda Guerra Mondiale. Che cosa, secondo Lei, potrà trainare la ripresa?
“Purtroppo sono disilluso per quanto riguarda le Istituzioni, nonostante le iniziative che sembrano aver intrapreso per rilanciare la Milano che conosciamo e amiamo. Sicuramente mi aspetto molto dall’imprenditorialità e dal commercio di Milano, dai suoi abitanti e da tutti i suoi cittadini, non solo da coloro che hanno delle attività da portare avanti. Di certo Milano tornerà più bella e con più voglia di prima. Questi mesi di lockdown ci hanno aiutato ad apprezzare maggiormente le piccole cose di ogni giorno. E mi aspetto maggiore solidarietà da parte dei commercianti e delle imprese del territorio; bisogna cercare di far gruppo, di convogliare le forze per riprenderci. Noi e i nostri vicini, ristoranti e bar, abbiamo per esempio valutato la possibilità di condividere lo spazio esterno per aiutarci reciprocamente. Infine, si spera sempre di avere un supporto a livello gestionale e burocratico da parte di Istituzioni importanti”.
Come sta vivendo l’attuale Emergenza Coronavirus? Come vede il futuro del suo settore?
“A livello globale, nel breve termine tutto il settore ne risentirà perché il vero problema di questo periodo è quello che sarà in divenire. C’è il timore, l’incertezza per quello che accadrà nei prossimi mesi e questo blocca tutti gli investimenti e coinvolge l’intero settore, che comunque è sempre stato trainante ed essenziale a livello nazionale e continuerà ad esserlo. Abbiamo la fortuna di poter esprimere la qualità e l’eccellenza del Made in Italy e se riusciamo a mantenerne alto il valore, come è giusto che sia, il settore continuerà a crescere nei prossimi anni. Per quanto riguarda TIDE, siamo in un periodo di crescita. Siamo nati solo cinque anni fa e abbiamo un percorso definito, che cercheremo di seguire. Avremo sicuramente modo di crescere a raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti”.
Dall’aprile 2019 lo showroom di TIDE, che si estende per 300 metri quadrati su due livelli nel centralissimo Durini Design District di Milano, in via Cesare Battisti, è diventato un punto d’incontro per progettisti e architetti e uno spazio per organizzare eventi e presentazioni, riuscendo a creare un’atmosfera giovane e dinamica, dove interior design e arte si incontrano, creando promettenti sinergie e vantaggiosi momenti di networking. Con la Fase 3 avete riaperto al pubblico?
“Noi abbiamo aperto l’ultima settimana di maggio. Non potevamo aprire al pubblico, ma abbiamo lavorato all’interno e su appuntamento”.
In conclusione, che cosa pensa dello sviluppo architettonico e urbanistico che ha vissuto Milano in questi ultimi anni? Mi riferisco in particolare a CityLife e al nuovo skyline di Porta Nuova. Tra l’altro, i cantieri che erano stati chiusi durante il lockdown sono stati finalmente riaperti. Un segno, questo, che la riscossa della nostra città potrebbe essere vicina…
“Io adoro Milano, la sua storia e la sua bellezza. La nostra città spesso viene vista solo come punto nevralgico degli affari, ma è bellissima anche per la sua ricchezza artistica ed è proiettata verso il futuro e questo si riflette nell’architettura, nei nuovi quartieri e nei nuovi interventi: Porta Nuova ne è un esempio come City Life, dove è stato fatto un intervento di riqualificazione importante, o la zona di Fondazione Prada. Quindi, per quanto sono belle le zone come i Navigli o le vie storiche di Brera è altrettanto bello vedere una città che continua a crescere, che si sviluppa e guarda al futuro e inizia ad avere sempre di più un respiro internazionale”.
Stefania Chines