“The Garden’s Tale” (Il racconto del giardino), il nuovo progetto fotografico di Alessandra Calò, viene proposto in anteprima nell’omonima mostra in programma da domani (martedì 24 gennaio) alle 18.00 e fino al 7 marzo prossimo da Lab 1930, il nuovo spazio espositivo milanese dedicato alla fotografia contemporanea di via Mantova al civico 21. L’esposizione, curata da Elena Carotti e accompagnata da un saggio critico di Lóránd Hegyi (già direttore del Musée d’art moderne et contemporain Saint-Étienne Métropole), si presenta come un’unica installazione composta da undici opere fotografiche Fine Art, su carta di cotone, differenti una dall’altra sia per dimensioni che per soggetto. Ideato durante il periodo di confinamento tra il 2020 e il 2021 e poi realizzato lo scorso anno, “The Garden’s Tale” si sviluppa attraverso una serie di nature morte realizzate con oggetti reperiti in ambiente domestico che si alternano a visioni selvatiche, facendo emergere costantemente il confronto, sempre presente, tra il mondo della natura e il mondo costruito dall’uomo. Notturni selvatici e oggetti inanimati vengono entrambi fotografati nella loro drammatica staticità. Il risultato sono opere fotografiche che invitano a penetrare l’oscurità alla ricerca della luce e in cui si percepisce la delicata fragilità del nostro tempo, nel sottile brusio del silenzio notturno. Scrive Lóránd Hegyi nel suo testo in catalogo: “Alessandra Calò guida lo spettatore nel suo universo notturno e rivela una visione estremamente acuta e poetica di variazioni illimitate di micro-realtà quasi invisibili e di piccoli elementi apparentemente insignificanti della natura e dell’ambiente umano. Lo spettatore entra in questo universo poetico paradossalmente non attraverso la luce, ma attraverso l’oscurità; l’immaginario sostituisce la documentazione delle cose. Meno lo spettatore può vedere, più può percepire. Meno la luce irradia le cose, più il destinatario comprende la vita essenziale delle cose”. Le immagini dell’artista tarantina sono un viaggio alle radici della nostra identità, un momento di raccoglimento su quello che nell’oscurità sfugge al racconto. Una fotografia paziente, fatta di velature e trasparenze, elegante nella semplicità compositiva, dove la costante è il ritmo taciturno del buio e chi osserva viene immerso nella solenne grandezza della natura. Per spiegare meglio il significato di questo nuovo lavoro fotografico, Alessandra Calò si rifà a una frase del filosofo italiano di origine armena, Giorgio Agamben: “Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio […] è colui che sa vedere questa oscurità, che è in grado di scrivere intingendo la penna nella tenebra del presente[…]”. Un invito a saper guardare attraverso il buio, dove le immagini che poco alla volta escono fuori sempre più nitide si intersecano con esso e prendono luce. La mostra “The Garden’s Tale” è accompagnata da un photobook dedicato, edito da Lab 1930 in 70 copie a tiratura limitata e firmate dall’artista, contenenti tutte le sedici le opere che compongono la serie originaria. Venti copie del photobook contengono inoltre una stampa Fine Art inedita di Alessandra Calò, con soggetto differente da quelli pubblicati nel libro.
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