Ciccio suddivise il territorio da presidiare in quattro zone. Proteggevano prostitute in quasi tutte le province lombarde. Quelle dove agiva solitamente con i suoi uomini erano Varese, Como e Lecco. Talvolta l’organizzazione lo spediva sul Lago di Garda a controllare come procedevano gli affari.
Non era una vita semplice, doveva farsi trovare sempre pronto e disponibile. Abitava nel Varesotto, dove il mestiere più antico del mondo fioriva da anni, riempiendo di soldi anche le sue tasche.
Era sempre stato sicuro di sé ma stavolta non riusciva a liberarsi da un senso di disagio.
L’attesa dell’arrivo del lupo cattivo lo stava snervando, credeva che certe cose potessero accadere solo nei film americani. Non aveva mai pensato che un giorno sarebbe stato coinvolto in una storiaccia simile. Quel bastardo era sicuramente molto pericoloso, doveva fare attenzione.
Aveva aggredito solo una delle loro ragazze, lasciandola in condizioni pietose e terrorizzata per sempre dagli uomini.
Di lui ricordava ben poco, si era presentato verso mezzanotte con un cappello da baseball calato sugli occhiali. L’aveva assalita dopo una manciata di minuti, colpendola con un pugno violentissimo allo stomaco seguito da un calcio in faccia che l’aveva tramortita. Si era risvegliata ormai completamente immobilizzata e con la bocca tappata. Il suo supplizio era durato una ventina di minuti in tutto, un tempo infinito. Prima di andarsene, aveva avuto anche la sfrontatezza di strapparle per pochi secondi il nastro adesivo che le serrava la bocca e di baciarla, ringraziandola per il piacere che gli aveva donato.
Dopo quella terrificante esperienza era tornata in Moldavia, con la mente completamente devastata. Per la loro organizzazione era stato un colpo molto duro, uno smacco da cancellare al più presto.
La caccia al lupo era iniziata.
Il Commissario Ferlito si mise al volante dell’auto civetta, era una vecchia Alfa 159 con duecentomila chilometri sulle spalle ma ancora completamente efficiente e scattante. Amava quella vecchia automobile, era stata la sua inseparabile compagna di avventure. Non l’aveva mai tradito, sempre fedele nonostante la scarsa manutenzione.
Le intercettazioni avevano funzionato a meraviglia. I sospettati erano sotto controllo ma, come diceva un vecchio proverbio cinese, la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo: quella sera quasi tutti quei maiali avevano deciso di andare a farsi una scopata con una mignotta. Ben sei avevano appuntamento a Desenzano, tre a Brescia e uno a Salò. Peggio di così non poteva andare. Era impossibile controllarli tutti. Del resto sorvegliare ventiquattro ore su ventiquattro gli appartamenti di tutte le prostitute della Lombardia era una cosa irrealizzabile. Marchesi aveva ragione. Maledì la senatrice Merlin e la sua legge. Riteneva infatti che la cancellazione della regolamentazione della prostituzione avesse favorito solo le organizzazioni criminali e i maniaci. Sperava che prima o poi venisse adottata anche in Italia una legislazione simile a quella svizzera o tedesca, nazioni nelle quali la prostituzione era stata regolarizzata da anni e dove le ragazze lavoravano in strutture organizzate e protette, controllate dallo Stato.
Erano quasi le ventidue, ma faceva ancora molto caldo e l’afa serale era scarsamente mitigata dalla brezza del lago. Avrebbe potuto aspettare l’evolversi della situazione in ufficio davanti al ventilatore gentilmente offerto dal Ministero dell’Interno ma era stufo di stare fra quattro mura, preferiva gironzolare per Desenzano e dintorni in compagnia del collega di turno. Non era tranquillo, un’agitazione continua lo pervadeva. Cercava di scacciarla pensando positivamente: forse quel pazzo avrebbe continuato a colpire altrove, magari se ne era andato in vacanza all’estero con la famigliola, probabilmente l’aveva già fatto fuori la criminalità organizzata…Magari, forse, probabilmente…
Scosse la testa “No, non è così” pensò cupo. “Anzi, il peggio deve ancora arrivare”.
Nonostante il caldo tropicale, un brivido gelido gli percorse la schiena, il suo sesto senso di vecchio poliziotto gli stava dicendo che il lupo cattivo era già qui…
Gian Luca Tavecchia