Se n’è andato un po’ in giro per il mondo, respirando e assaporando la vita in tutti modi possibili (o quasi). Poi si è fermato per alcuni anni a Roma. Infine, è tornato a Milano, nella città dove è nato 46 anni fa. Oltre ad essere un amico che stimo e al quale voglio istintivamente bene, Corrado Bellore è un uomo intenso, bello dentro e anche fuori, che male non fa. E’ il socio fondatore e il presidente dell’Associazione “Spazio Uomo”, che opera nell’ambito delle attività olistiche legate alla destrutturazione della cultura patriarcale, maschilista e sessista in favore degli aspetti più sacri dell’identità maschile, femminile e sessuale. Detto così può sembrare complicato, ma Corrado ha il dono, fra gli altri, di essere un ottimo comunicatore e di parlare, come tutti i veri comunicatori, un linguaggio semplice, anche se non povero. Organizza conferenze e seminari sul tema in tutta Italia, a cui partecipano moltissime persone. “Una parte delle mie esperienze precedenti è legata al mondo della notte e alla dissolutezza che tutto quel mondo porta a vivere, mentre di giorno studiavo le tematiche che poi mi hanno formato e aperto al mondo olistico”, racconta di sé. “Dopo diversi anni, ho deciso di compiere una scelta precisa e seguire davvero il mio cuore, riuscendo così finalmente ad esprimere le mie caratteristiche personali e professionali, che oggi condivido felicemente con le persone che si avvicinano come me a questo ambito umano”
“Pur essendo ancora giovane, sei ormai uno degli ultimi milanesi doc e quindi sei una persona adatta a tracciarne un profilo. Com’è cambiata e come sta cambiando la nostra città, secondo te?
“Quando ero adolescente ho vissuto la bellezza, l’entusiasmo degli anni ’80, in cui si respirava una certa fiducia nella vita. Poi ho vissuto il lento declino degli anni ’90 (dopo Tangentopoli, per intenderci), in cui si avvertiva una paura latente, che ha letteralmente paralizzato la città. Andai via alla fine di quel decennio, con un ricordo davvero grigio della mia città. Sono tornato nel 2008 e ho visto rinascere, finalmente, la vitalità di Milano; l’Expo ha dato una nuova luce, che si nota semplicemente guardandosi intorno, i nuovi palazzi e gli imponenti grattacieli. Milano è tornata ad essere il motore d’Italia, riconquistando posizioni e competendo con le più belle città d’Europa e del mondo. Ne sono molto fiero”.
Tu operi in un ambito professionale molto particolare, che possiamo definire un osservatorio privilegiato sull’umanità, sugli umori e sull’anima della nostra città. Ma è davvero privilegiato, questo osservatorio? E quali contributi ha portato, secondo te (se lo ha portato) lo sviluppo dei social network?
Il mio operato passa tutto attraverso gli eventi e le conferenze dell’associazione “Spazio Uomo” e posso dire che lo sviluppo dei social network è stato determinante per far avvicinare molte persone alle tematiche trattate. Devo dire, però, che mi dispiace vedere tutti così concentrati sui propri telefonini senza più sguardi che s’incrociano, libri aperti, dialoghi reali e non virtuali, come osservo, ad esempio, viaggiando con la metropolitana”.
Oggi Milano, secondo un’opinione diffusa, è la migliore città italiana in cui vivere per chi ha un’età compresa fra i 20 e i 50 anni, sotto diversi punti di vista. Tu cosa ne pensi?
“Concordo e lo vedo anch’io. Offre moltissimo e non a caso proprio a una fascia di persone che sono nel pieno della produttività, che hanno voglia di fare e di creare. È una città studiata apposta per alimentare la sua fama di leader italiana, sempre all’avanguardia. E si è ritagliata un ruolo di prestigio come centro culturale nazionale ed europeo”.
Il 2020, a Milano, sarà “L’anno della Donna”. Ritieni Milano una città, appunto, a misura di donna? Ambiti come la cultura, la sicurezza e il lavoro privilegiano la condizione femminile?
“Non esiste una città a misura di donna al giorno d’oggi, ma di certo vedo Milano come una città che si sta dando da fare per migliorare in questo senso. Sicuramente c’è maggiore sicurezza rispetto ad altre realtà metropolitane, si riscontrano sempre più realtà lavorative che vengono incontro alle donne e anche in ambito culturale si sta dando maggiore attenzione all’universo femminile. Siamo sulla strada giusta, ma ci vuole ancora del tempo. Anche noi, col nostro lavoro, stiamo stimolando tutto questo. Per esempio, molte conferenze e lavori che proponiamo iniziano proprio da Milano, per poi ricevere moltissime richieste da altre parti d’Italia”.
Per concludere, Corrado: Come vedi il tuo futuro e quello di Milano? Sarete ancora insieme?
Il futuro di Milano lo vedo ancora luminoso perché ci sono molti progetti in cantiere sulla città, che possono renderla ancora più bella e più viva. Ma c’è anche molto da fare sotto altri punti di vista, affinché non sia, come si suol dire, “tutto oro quello che luccica”. E io desidero far parte di tutto questo, per contribuire a dare maggiore sostanza e valore aggiunto a questa meravigliosa città”…
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)