Quando pensi di avere delle caratteristiche di un certo tipo, non dico uniche, ma abbastanza singolari (ad esempio, essere un bell’ometto pelato e con una voce niente male), un giorno incontri un tuo omologo (benché più giovane di quindici anni) che subito ridimensiona le tue manie di unicità e al contempo, però, ti fa sentire in buona compagnia. E’ ormai da sette anni che conosco Alessandro Fizzotti, ma la nostra amicizia è sgorgata subito, spontanea, dai microfoni dei nostri telefoni, durante un’intervista, in occasione dell’uscita del mio libro Milano Meravigliosa (Edizioni della Sera), che poi è sfociato, tra le tante cose, anche in questo blog. Alessandro è uno speaker e conduttore radiofonico piemontese. E’ nato infatti 45 anni fa a Verbania, una cittadina di poco più di trentamila abitanti, appoggiata dolcemente sulla sponda occidentale del Lago Maggiore. Da qui, pur gironzolando spesso per il mondo, per l’Italia e per Milano, non si è mai mosso, costruendo un mattone alla volta il suo universo professionale, con grande impegno, capacità e passione. Oggi ha un programma tutto suo, il “Fizz Show”, ricco di rubriche interessanti e declinato in varie forme. In passato, il “Fizz” ha prestato la voce per numerosi spot radiofonici ed è stato testimonial di alcune memorabili campagne pubblicitarie. E sono moltissime anche le aziende per le quali ha condotto diversi eventi di comunicazione, da Microsoft a Tim, da Siemens a Samsung, da Audi a Fiat. Insomma, sono tanti gli argomenti di cui avremmo potuto parlare nel corso di questa chiacchierata, ma la vita ci ha come sempre preceduto e ha deciso per noi il tema, purtroppo spiacevole, del giorno: l’Emergenza Coronavirus…
Caro Alessandro, come vedi oggi la situazione milanese? Che idea ti sei fatto, a questo punto, riguardo non solo al fenomeno in generale, ma anche alla reazione della città e della Lombardia?
“La reazione dei milanesi è stata eccellente. La maggior parte della popolazione ha rispettato le regole e si è comportata benissimo. Purtroppo questo virus ci ha portato via molti affetti e questo non è da dimenticare, oltre ad aver messo in ginocchio l’Italia e la nostra economia. Sono però convinto che il Paese si rialzerà come ha sempre fatto dopo tutte le tragedie che lo hanno colpito e così faranno anche i milanesi e la mia amata Milano. La Lombardia è stata la regione più colpita in assoluto; va dato merito, comunque, a tutti quelli che hanno combattuto, i medici e gli infermieri, le Forze dell’Ordine, la Protezione Civile e i volontari. Un grazie di cuore a chi si è adoperato per non fare sentire sole anche quelle povere persone che sono rimaste bloccate in alcune piccole realtà lombarde. Ci sarà invece parecchio da riflettere su quello che è successo nelle RSA italiane, non solo lombarde. Troppe vite spezzate per errori imperdonabili. La magistratura farà sicuramente luce su tutte queste amare vicende, che hanno lasciato davvero tutti noi colpiti e amareggiati”.
Secondo te è stato fatto finora tutto quello che era possibile e doveroso fare?
“Il nostro Paese è stato il secondo ad essere colpito dopo la Cina. Ritengo che si sia fatto tutto quello che si poteva fare. Non si poteva pensare, inizialmente, ad una tragedia di proporzioni mondiali. Mi sento di dire, però, che la Cina ha commesso il grande errore di non avvisare in tempo tutto il mondo di quello che da lì a poco sarebbe successo. Il nostro governo ha fatto il possibile e poi ricordiamolo una buona volta: l’Italia ha un debito mostruoso, incrementatosi negli anni. Si sono fatti miracoli praticamente senza soldi. Adesso bisogna ricostruire con la speranza che gli italiani e l’Europa vadano alla stessa velocità. Non ci possiamo più permettere di perdere il treno”.
Sul fronte della corretta informazione sono stati commessi molti errori?
“Sull’informazione e dall’informazione ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori. Troppe voci hanno detto e raccontato di questo virus. Secondo me si sarebbe dovuto far parlare pochissime persone esperte e non chiunque passasse di lì per puro caso. Poi certi programmi televisivi sono andati davvero sopra le righe, invitando gente che si è permessa di recitare l’eterno riposo in diretta. Trovo davvero ridicolo che trasmissioni di questo tipo abbiamo ancora spazio in un Paese come il nostro. E poi i social network sono stati invasi, come sempre, dalla disinformazione. Troppe fake news, che hanno gettato nel panico moltissime persone. Spero che questo virus, andandosene, lasci un insegnamento a tutti noi che facciamo informazione, che deve essere corretta, libera e veloce. La gente deve capire con semplicità cosa deve fare. Inutile parlare del nulla o di cose troppo tecniche. Non serve a nulla, soprattutto agli ascoltatori”.
I comportamenti complessivi degli italiani (e in particolare dei milanesi) finora sono stati buoni o possono ancora migliorare?
“La gente in generale si è comportata bene, ma si può fare meglio. Qui mi rivolgo ai genitori: spiegate ai vostri figli, che vediamo in giro in compagnia in bicicletta, motorino o a fare le passeggiate, di non stare abbracciati tra loro, di avere comportamenti corretti, con mascherina e distanze, altrimenti quando verranno a casa, se sono venuti a contatto con un amico positivo al virus, ma asintomatico, ripartiremo da capo, col rischio di perdere altre vite. Ma forse non ne abbiamo abbastanza di vedere sofferenza in giro”…
Entriamo nel merito dei provvedimenti presi dalle autorità nazionali, regionali e cittadine. Che opinione hai al riguardo?
“Sinceramente quello che più mi ha infastidito di tutto questo caos è stato che ognuno è andato per la sua strada. Intendo soprattutto le Regioni. Io credo nel mio Stato e secondo me ci vorrebbe una sola direzione quando si riavvia una macchina di questo genere, magari con delle deroghe, ma che devono partire sempre dai piani di comando. Non si può pensare di fare ognuno i cavoli propri. Ecco, in questo il mio Paese non mi è piaciuto”.
Tu come ti sei organizzato? Com’è cambiato il Tuo lavoro in questo periodo?
“Il mio lavoro è cambiato, nel senso che ho utilizzato anch’io lo smartworking da casa. Alla fine ho lavorato di più perché a casa gestisci il tuo tempo e rendi molto di più che al lavoro, in studio di registrazione. Ho notato molte volte che leggevo e-mail anche alle 11 di sera, quindi senza un orario”.
Per chiudere, Alessandro: come vedi il futuro più immediato del tuo settore, in particolare qui a Milano?
“Il futuro della comunicazione e della radio lo vedo sempre e comunque in crescita. Strumenti diretti come la radiofonia saranno sempre più veloci, dinamici e ricchi. Chi vuole investire, oggi, dovrebbe preferire il mezzo radiofonico, che solo in Italia registra un ascolto di ben 35 milioni di persone al giorno. Investire in pubblicità alla radio è uno dei modi migliori per iniziare a fare girare tutto il Paese, considerando anche il credito d’imposta che è stato stabilito dal Decreto Cura Italia e di cui le aziende possono beneficiare.
Ripartiamo tutti insieme e quest’anno aiutiamo la nostra Italia, andando in vacanza (se e quando si potrà) anche solo per un fine settimana nelle nostre meravigliose località, che siano di mare, di montagna, o ai laghi o in città d’arte. L’Italia è una vera, grande bellezza, piena di storie da raccontare”…
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)