“Frequento Milano da qualche anno in maniera sempre più costante e sto per iniziare un percorso che mi porterà a vivere la metà del tempo che dedico alla mia professione in questa città. Sono emozionata come una bambina la mattina di Natale”. L’entusiasmo e le emozioni di Alessandra Ortenzi sono incontrollabili e coinvolgenti. Laziale di Latina, due figlie, giornalista, scrittrice ed esperta di strategie digitali per lo Sport, formatrice aziendale in Marketing, Comunicazione e Informatica e un curriculum di esperienze professionali di tutto rispetto, la Ortenzi sta acquisendo ogni giorno di più le tipiche caratteristiche della “femmina milanese multitasking” senza perdere, comunque, la serenità e una certa flemma mediterranea in genere appannaggio delle donne del Centro-Sud. “Sarà forse perché scrivere e viaggiare mi permettono di guardare nel profondo della mia anima, ridefinirne i confini e rafforzarmi dal punto di vista della consapevolezza”, afferma. “Questo mi consente di raccontare la vita riflettendo sulla meravigliosa diversità degli esseri umani. Nello Sport, infatti, cerco le storie dietro le persone e mi soffermo a guardarle nella loro umanità. Dietro ad ogni atleta c’è un uomo o una donna con le sue piccole fragilità e mi piace evidenziare le sfumature di queste esistenze straordinarie. Per il resto, sono una bionda digitale. E non mi vergogno nemmeno un po’…La mia avventura nell’Editoria come autrice è iniziata proprio grazie all’intuizione di un milanese”, rivela Alessandra. “Avevo appena concluso un intervento nell’ambito del Web Marketing Festival, una delle più importanti manifestazioni tematiche del panorama nazionale. Ho trovato Maurizio Vedovati di Hoepli ad aspettarmi; abbiamo fatto due chiacchiere insieme a Giovanni Hoepli e Andrea Sparacino e da lì in un paio di settimane mi sono ritrovata qui a Milano per buttare giù l’idea di quello che sarebbe diventato il mio primo libro: “Digital Marketing per lo Sport”. Inutile dirti che erano anni, ormai, che parlavo di Social e Sport, di Basket e logiche di Marketing Digitale e aver avuto l’opportunità di realizzare un testo dedicato, unico nel suo genere, è stato per me un grande privilegio. Poi la vita dei libri è complessa, rispetto alle dinamiche velocissime dei Social Network che evolvono “liquidi”, diciamo così, insieme ai loro fruitori. Per questo, con altri dieci professionisti del digitale abbiamo messo in piedi la squadra di Sportdigitale.com, che si dedica alla formazione digitale, appunto, nel mondo dello Sport”.
Come trovi Milano, dal punto di vista delle strutture e dell’organizzazione sportiva?
“Collaborando con una delle agenzie più verticalizzate nel mondo sportivo, la DMTC Sport, ho avuto modo di vivere la città e le dinamiche legate al mio lavoro. Le aziende percepiscono la grande potenzialità di coinvolgimento che lo Sport può concedere, in termini di amplificazione del brand e del rafforzamento dell’impegno etico e sociale. I segnali sono chiari e soprattutto tangibili. Questo l’ho percepito e lo continuo a percepire qui a Milano molto più che a casa mia. Ahimè”…
Qual è, a tuo avviso, lo stato dell’arte della tua professione? E quali contributi ha portato, secondo te (se lo ha portato), lo sviluppo della Rete e dei Social Network?
“Scrivere di Sport e di Tecnologia e venire da una formazione articolata come la mia è una cosa che mi avvantaggia nel comprendere le trasformazioni della Comunicazione e del Marketing. Naturalmente in tutto questo s’incastra la professione giornalistica, che ha la prevalenza soprattutto dal punto di vista etico della produzione dei contenuti. Secondo me bisogna rimanere legati al profondo significato del nostro mestiere per apprendere le teorie e le tecniche della Comunicazione moderna senza mai dimenticare il rispetto della verità, della notizia e del lettore. Nello Sport questo diventa più semplice pur avendo a che fare sempre più di frequente con la crescente interazione dei fan, che sono dei veri e propri protagonisti delle news sportive. I Social Media hanno azzerato i gradi di separazione tra fan, atleti e squadre; di conseguenza è necessaria una maggiore attenzione rispetto alla conoscenza dei linguaggi e dei luoghi frequentati dai tifosi per poter declinare i racconti sportivi nei modi e nei tempi desiderati dai follower, tenendo conto della loro crescente attitudine digitale”.
Milano ha sempre avuto un respiro più ampio dei suoi confini. Tutto quello che la riguarda interessa sia a livello nazionale che internazionale. Pensi che sia in grado, anche oggi, di interpretare questo ruolo?
“Milano è la porta dell’Europa. Le veloci trasformazioni urbanistiche ne dimostrano la volontà di adeguarsi a un mondo che sta cambiando dal punto di vista culturale e sociale. La metafora più calzante è quella dei “non luoghi digitali” che si stanno adeguando ai propri frequentatori, i quali cambiano insieme ai luoghi stessi. Allo stesso modo Milano è pronta, oggi come ieri, a nuove scommesse di crescita in termini di evoluzione tecnologica, come “Smart City” e come metropoli legata alle tradizioni reinventate e valorizzate proprio da questa grande apertura comunicativa verso il resto del mondo”.
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)