C’era il pubblico raffinato e interessato delle grandi occasioni, il 12 marzo scorso, a Palazzo Isimbardi (in Via Vivaio al civico 1), per la presentazione di MARIANNA DE LEYVA – I SEGRETI TORMENTI DELLA MONACA DI MONZA, il nuovo libro di Alba Avarello. La scrittrice siciliana (ma vive a Firenze), insegnante, ricercatrice, organizzatrice di eventi culturali e conduttrice di trasmissioni radiofoniche, ha provato a ricostruire gli stati d’animo che hanno caratterizzato la vicenda, realmente vissuta, di Suor Virginia Maria, protagonista di un famoso scandalo che sconvolse Monza, appunto, agli inizi del XVII secolo. Noi l’abbiamo incontrata a margine dell’evento milanese, ponendole alcune domande…
Come nasce l’idea di scrivere questo libro?
“L’intenzione iniziale era di scrivere un breve monologo sulla Monaca di Monza, accettando l’invito del Gruppo Scrittori Fiorentini a partecipare a “Le Immaginate”, un’antologia di figure femminili famose nell’arte. La Monaca di Monza, però, ha preteso (diciamo così) molto di più. E così è nato il libro”.
Quanto è attuale la figura di Marianna de Leyva?
“Mi sono chiesta anch’io perché tanto interesse intorno a questo personaggio. In effetti, ascoltando i suoi segreti tormenti ci si accorge che la sua storia (in questo caso quella vera) ha risvolti, rimandi e implicazioni decisamente attuali e molto interessanti per noi. Le sue vicende ci rimandano a tematiche del nostro tempo: storie di ingiustizie, di abusi, di privilegi, di violenze inferte e subite, di guide manipolatrici delle giovani menti, che indirizzano verso strade di false libertà, di ottundimento e di dissociazione delle coscienze. Dall’abisso di profonda degradazione morale in cui è precipitata, Marianna risalirà la china, attraverso un percorso di difficile conversione, che ho descritto senza moralismi e senza trascurare le tappe più scabrose e vergognose. Nel libro, la Monaca di Monza ci sprona a non avere paura di denunciare soprusi e prepotenze, ci chiede di essere consapevoli della nostra dignità, per rispettarla e farla rispettare. Ci raccomanda di prendere consapevolezza dei nostri demoni interiori, che incorreggibilmente ci impediscono di evadere dai nostri limiti e ci costringono ad essere alla loro mercé”.
Quanta parte ha svolto Alessandro Manzoni nel rendere pubblica, seppur romanzata, la sua storia?
“È proprio grazie ad Alessandro Manzoni che noi conosciamo Marianna de Leyva. La sua storia, che si srotola tra il 1500 e il 1600, destò un tale scalpore che la Chiesa, per più di un secolo, tenne secretati gli atti del processo a cui venne sottoposta. Quando Manzoni venne a conoscenza della sua vicenda, ne rimase talmente colpito che volle a suo modo includerla ne I PROMESSI SPOSI”.
Lei ha scelto di devolvere l’incasso delle vendite del libro in beneficenza. A Milano a chi andrà?
“Davanti al figlio nato morto, Suor Virginia Maria rimase profondamente scossa. Sentì il bisogno di non ignorarlo e di dargli dignità. Si accorse che più di lei, già portatrice di ingiustizia subita, il figlio era una vittima innocente. Murata viva, miracolosamente sopravvissuta e in seguito liberata, morta infine dopo tanti anni, le fu trovata addosso una ciocca di capelli di bambino. Per questo, ho destinato il ricavato di questo libro, fra gli altri, al Centro di Aiuto alla Vita della Clinica Mangiagalli”.