Al PACTA Salone “L’anima buona di Piazza Tirana”. Quando la giustizia è battuta dalla società degli avvoltoi

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Stasera e domani, alle 20.45, la produzione del Dopolavoro Stadera presenta “L’anima buona di Piazza Tirana”, uno spettacolo liberamente ispirato a “L’Anima buona del Sezuan” di Bertolt Brecht. Il testo, con la regia di Mario Gonzales (artista poliedrico, per diversi anni collaboratore del Théâtre du Soleil), chiude la sezione “Vetrina contemporanea” del teatro di via Ulisse Dini al civico 7, con testi di giovani attori e autori. A Milano, quartiere Giambellino, si presenta il dio della giustizia: deve trovare almeno un’anima buona. Grazie all’aiuto di Franco, un senzatetto del quartiere, il dio troverà in Chantè una persona disposta ad aiutare un poveretto. Ricompensata con una somma enorme di denaro, la ragazza, ingenuamente idealista, darà tutta se stessa e tutti i suoi soldi per lo scopo, ma per sopravvivere al burocratismo istituzionale, a chi non ha più nulla da perdere e agli startupper innovativi, Chantè è costretta a trasformarsi nel cugino Shon. Solo grazie a questa maschera, capace di adattarsi ai meccanismi sociali ed economici di oggi, riuscirà a non farsi divorare dagli avvoltoi. È questa l’anima buona che cercava il dio della giustizia? Perché il giusto è sempre battuto, quando vuole soltanto dare aiuto? Una regia essenziale, dove lo spettacolo si svolge privo di scenografia e costumi (fatta eccezione per una maschera realizzata appositamente da Renzo Sindoca, a partire dal calco di Irene Arpe). Tutto quello che accade sul palco può cambiare ogni sera. La regia di Mario Gonzales è volta a sviluppare al massimo le potenzialità creatrici ed espressive dell’attore in scena. Le luci di sala, anche in teatro, rimarranno accese per tutta la durata dello spettacolo, perché per Gonzales non esiste quarta parete, in quanto gli attori guardano direttamente negli occhi gli spettatori dalle prime alle ultime file e a loro si rivolgono direttamente. Non è vietata neppure l’interazione e la partecipazione del pubblico, che in qualsiasi momento è chiamato a intervenire, fare domande, commentare e dare così spunti di improvvisazione agli attori.

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Giulia Colombo
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