Ha studiato alla LUISS di Roma perché il suo sogno era quello di svolgere la professione di giornalista. Poi è arrivato a Milano e si è ritrovato a vendere pubblicità. Infine, senza muoversi dalla nostra città, ha ritrovato il filo del discorso, che un giorno gli era scivolato dalle dita in quel di Taranto, la sua città natale, in cui aveva respirato fin da bambino gli odori, gli aromi, i profumi della cucina pugliese, essendo figlio e nipote di bravi ristoratori locali. Davide Valentini, 44 anni, è un caro amico ed ex collega dalla cordialità quasi studentesca, che in sua compagnia farebbe sentire a proprio agio chiunque, figuratevi chi come me gli vuole bene e gode del suo affetto e della sua stima. E per sentirsi ancor meglio, scambiando quattro chiacchiere con lui in libertà, vi consiglio di andare a trovarlo da Mieru Mieru, il ristorante-enoteca che insieme ai suoi genitori, Davide Valentini e Rosa D’Amore (non è un nome d’arte, la mamma di Davide si chiama proprio così e anche per questo è impossibile non amarla), ha aperto qualche anno fa in via Magolfa 14, nei pressi della casa-museo della grande poetessa milanese Alda Merini.
“L’idea del locale a Milano l’abbiamo maturata nel corso degli anni”, racconta il ristoratore salentino. “I miei genitori sono sempre stati disponibili al trasferimento in un’altra città e mio padre è sempre stato un vulcano in piena eruzione, da questo punto di vista. Fra l’altro, abbiamo avuto anche un’esperienza simile a Roma, dal 1995 al 2000. E proprio nella capitale mi sono definitivamente innamorato di questo genere di vita”. L’offerta enogastronomica di Mieru Mieru (che in dialetto significa “genuino”), neanche a dirlo, è esclusivamente pugliese. “A noi stanno a cuore, in particolare, i piatti di pesce e le verdure di stagione. Il cibo è memoria, tradizione, storia, cultura. Vogliamo consolidare la nostra attività facendo conoscere il nostro modo di intendere l’accoglienza dei clienti, che ritornano volentieri, diventando spesso nostri amici, se non lo sono già, proprio per il nostro calore tipicamente pugliese. E a Milano, città ritenuta ancora oggi erroneamente molto fredda, questa caratteristica è molto apprezzata”. Ecco, Milano. Valentini l’ha amata fin da quando ci ha messo piede la prima volta. “E’ una città in continuo movimento, non si ferma mai. E’ per questo che mi è piaciuta subito”, afferma. “Al di là dei molti luoghi comuni subisce fortemente l’influenza di tutti quelli che accoglie. E la gente che arriva qui si trova subito coinvolta in un sistema che la porta a sviluppare le proprie idee al meglio. Devo dire che l’esperienza nel mondo della comunicazione milanese per me è stato un punto di osservazione privilegiato, per comprendere appieno certe dinamiche e come muoversi”. E sapersi muovere, in una città come Milano, che ha sempre avuto un respiro più ampio dei suoi confini, può e deve essere un vantaggio. “Certo”, conferma l’ex pubblicitario. “Tutto quello che la riguarda suscita interesse, sia a livello nazionale che internazionale. E credo fermamente che continuerà ad essere un polo di attrazione di interessi diversi”.
Un discorso che vale anche di più, se possibile, per il fenomeno dell’immigrazione, che divide le coscienze e sul quale Valentini ha le idee chiare: “Per me e la mia famiglia, vista la nostra regione di provenienza, parlare degli aspetti positivi dell’immigrazione, sia interna che esterna ai confini italiani, è molto semplice. Vivo questa condizione da quand’ero diciottenne e penso che rappresenti una fonte di ricchezza e di sviluppo personale e collettivo. Il confronto fra diverse culture ha sempre portato, innegabilmente, molti aspetti positivi. Ma attenzione: mi fermo a considerare solo gli aspetti sociali e culturali. Non entro nel merito delle valutazioni politiche ed economiche perché le variabili sono pressoché infinite”. Uno sguardo al futuro, infine, è inevitabile. “Questo perché stiamo attraversando anni sicuramente difficili”, conclude Valentini. “La crisi economica ha colpito un po’ ovunque, nel nostro Paese e a Milano, facendo sentire ancora oggi i suoi effetti negativi. Ma il mio inguaribile ottimismo mi fa pensare sempre e comunque positivamente. Ci riprenderemo presto e i momenti neri saranno per fortuna soltanto un ricordo”…
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)
Nella foto di copertina: l’autore dell’articolo con Davide e Nicola Valentini, titolari insieme a Rosa D’Amore del ristorante-enoteca Mieru Mieru, in via Magolfa 14, a Milano.