Erano tutti là, accasciati sul pavimento della cantina della Scuola Elementare Francesco Crispi di Gorla. Civili, vittime innocenti, effetti collaterali di una guerra insensata: 184 bambini tra i 4 e gli 11 anni, 15 insegnanti, 4 bidelli. Seduta a lato della scena è una bambina di allora, miracolosamente sopravvissuta alla strage, ora novantenne, qui impersonata da una grande e sensibile interprete di teatro, cinema e tv, quale è Giulia Lazzarini, che con voce delicata e gentile, come è nelle sue corde e come l’abbiamo conosciuta e abbiamo continuato a conoscerla, racconta colorando qua e là la descrizione con citazioni in milanese, quanto accadde in quella maledetta mattina del 20 ottobre 1944. Mentre sullo sfondo vengono proiettate le immagini in bianco e nero di una Milano speranzosa in una imminente fine della guerra, agli avvenimenti si intrecciano i ricordi personali per lei che era cresciuta negli stessi anni vicino al quartiere di Gorla, alla periferia Nord Orientale di Milano. In un’atmosfera baciata dal sole, si stagliavano nel cielo azzurro gli aerei decollati da Foggia, le cosiddette “fortezze volanti”, per colpire le fabbriche del Nord Italia riconvertite dai tedeschi per scopi bellici. Ma la pattuglia che doveva colpire la Breda sbagliò rotta, fallendo la missione, per cui il Comando Usa impartì al secondo gruppo l’ordine di liberarsi subito delle bombe, in tal modo facendole esplodere sulla città e non in mare. Vicino al Borgo di Gorla – continua il racconto – costruito nel Quattrocento per iniziativa di Filippo Maria Visconti e che negli anni per la sua bellezza si è guadagnato il nome di Piccola Parigi, scorre il Naviglio Martesana, un tempo strategico per lo spostamento delle merci verso il centro di Milano, dalle acque tranquille oggi come allora, attraversato dal Ponte Vecchio risalente al XVIII secolo. Nel 1986 nella zona fu costruito il Teatro Zelig, che ospita spettacoli di cabaret, e molte sono le pizzerie e i ristoranti internazionali presenti nell’area. Sul palcoscenico un tulle bianco ci lascia intravvedere i banchi di una classe, le pagine di un quaderno e due bambine – interpretate da Federica Fabiani e Marta Marangoni – che a poco a poco prendono la parola, loro che sono state fra i protagonisti di quelle tragiche ore. Un tempo di gioia e di serenità fino a quel momento aveva riempito di allegria le vite di molte famiglie. Immagini di giorni di festa, filastrocche e giochi di bambini, lumache, vermi, bruchi pelosi, libellule, farfalle, lucciole, grilli, verdure da mangiare crude o cotte e coloratissimi fiori da cercare e da cogliere in mezzo al verde del borgo. Tutto squarciato in tre minuti, il tempo impiegato dalle bombe per cadere a terra. Non un urlo, non un grido, però, da parte dei genitori e dei soccorritori, ma un dolore composto, muto e sordo, per un episodio che per molti anni è passato quasi sotto silenzio, accostando il nome Gorla a una fermata della Linea 1 della Metropolitana. Non per Renato Sarti, però, autore e regista di GORLA FERMATA GORLA, uno spettacolo prodotto dal Teatro della Cooperativa che si replica da dieci anni e che fino a domenica prossima, 20 ottobre, è in scena al Piccolo Teatro Studio Melato, con scene e costumi di Carlo Sala e sottolineato dalle belle musiche di Carlo Boccadoro. Renato Sarti, che al termine della prima di ieri sera, ha ringraziato il Comune di Milano e il Teatro Elfo Puccini, è da anni un drammaturgo attento e sensibile ai temi dell’impegno civile, che oggi più che mai pretende una risposta urgente di pace ai 56 conflitti ancora in essere in tutto il mondo. E l’imperativo del ricordo, come ha dichiarato nella sua visita del 14 ottobre scorso Sergio Mattarella, primo Presidente della Repubblica a recarsi a Gorla, “per una tragedia insensata, inimmaginabile, immane per chiunque. Perché il dolore non si dimentica”.
Elisabetta Dente
(Immagine di copertina: Wanda Perrone Capano)