Stessa emozione, stesso entusiasmo di quando da ragazzo sognava la direzione di un musical, che arrivò nel 1994, quando il messinese Massimo Romeo Piparo firmò il suo primo allestimento di JESUS CHRIST SUPERSTAR, opera rock di Andrew Lloyd Webber con testi di Tim Rice, che approda da stasera al 17 marzo al Sistina Chapiteau di via Valtellina al civico 7. Uno sguardo all’uomo contemporaneo, nell’ultima settimana di vita di Gesù, proiettato sullo schermo attraverso le immagini dei martiri del nostro tempo, che nelle precedenti edizioni avevano inizio con l’Olocausto e si concludevano con il crollo delle Torri Gemelle e che ora, invece, sempre al suono delle 39 frustate inferte al Nazzareno e dell’Orchestra dal vivo diretta da Emanuele Friello, culminano nella morte di Aleksej Navalny e nell’orrore del conflitto israelo-palestinese, quasi a ricordare, come cantava Francesco Guccini, “quando l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare”. Ted Neeley, lo straordinario protagonista di tante messe in scena italiane, oltre che dello storico film diretto dal compianto Norman Jewison, passa ora il testimone al tenore trentatreenne ragusano Lorenzo Licitra, investito dunque di una grandissima responsabilità. Grande vocalità anche in Feisal Bonciani, un Giuda più che attuale, che accusa Gesù di aver sbagliato epoca, poiché con il suo carisma divino oggi sui social network sarebbe diventato un grande influencer. Anggun, popstar indonesiana naturalizzata francese e musulmana, è affascinata dalla figura di Maria Maddalena e orgogliosa di interpretare il ruolo di una donna che ha il coraggio di scegliere chi amare, in un’opera che si rivolge a tutti, non solo ai cristiani. Una vena di ironia e di comicità, che ben si sposa al dinamismo e alla fisicità dei protagonisti, traspare dall’interpretazione di Erode, affidata a Frankie hi-nrg mc, autore, nonché precursore, del rap italiano, che presenta il famoso brano del re giudeo in chiave hip-hop, un arrangiamento molto apprezzato dal pubblico più giovane. Ma il messaggio dello spettacolo si rinnova ad ogni rappresentazione e si rivolge al pubblico più ampio e trasversale possibile: pace, spiritualità, umanità, nonostante l’uomo sia sempre incline ad osannare e un attimo dopo a denigrare.
Elisabetta Dente