“La mostra NEREA di Luce Delhove è un inno al nero, che paradossalmente viene trattato in chiave gioiosa. Eleganti drappeggi di crespo di cotone alle pareti creano dei volumi come abiti vaporosi da sera. La parete diventa arte e alta moda. Un piccolo fiocco sempre nero, come una spilla gioiello, si staglia sul bianco della parete, ironico ed elegante. E poi tele dipinte col nero sul nero, intrecci di segni che fanno vivere le tele e ne offro-no un senso di sogno vissuto”…
Così il grande artista e scultore sardo Stefano Soddu battezza la mostra-installazione “Nerea” di Luce Delhove, che apre i battenti oggi allo Spazio d’Arte Scoglio di Quarto, al civico 4 dell’omonima via milanese, per chiuderli definitivamente il prossimo 30 giugno. Nata a Uccle, in Belgio, nel 1952, la Delhove trascorre la sua infanzia in Africa fino all’età di sette anni, per poi trasferirsi a Roma con la famiglia. Nel 1972 consegue il diploma di “Baccalauréat scientifique” al Lycée Chateaubriand di Roma e nel 1974 frequenta l’Istituto Politecnico di Design del capoluogo lombardo, diretto da Nino Salvatore, conoscendo autori co-me Bruno Munari, Guido Ballo e Attilio Marcolli e affinando, così, un’interiore inclinazione al rigore progettuale. Nel 1979 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma, frequentando il corso di decorazione di Augusto Rannochi e il corso d’incisione di Guido Strazza, approfondendo con un lavoro assiduo e personale la conoscenza del linguaggio e delle tecniche. Nello stesso anno tiene la sua prima personale alla Galleria Mondrian di Roma. Dal 1994 è titolare della cattedra di tecniche dell’Incisione all’Accademia di Belle Arti di Milano, dove insegna tuttora. Nel 1998 incomincia a sperimentare nuovi materiali per le grafiche e a rea-lizzare sculture con carte stampate e altre, invece, con cellulosa e materia-le tessile, che verranno esposte nel corso di successive esposizioni. Nel 1999 si dedica alla realizzazione di gioielli e sculture in ardesia, presentando i suoi lavori alla Galleria Totem Il Canal a Venezia e alla fiera Art Paris con la Galeria di Claude Dorval. Nel 2004 si dedica all’ideazione e realizzazione dei gioielli ispirati ai tessuti e alle sculture, presentandoli alla Fabbrica del Lunedì a Napoli, e poi, in successive esposizioni personali, a Cagliari, Porto Ercole, Monza, Roma e Milano. Nel 2006 conosce a Parigi lo scrittore e storico d’arte Gérard-Georges Lemaire, che la inviterà a partecipare a due mostre: “Le rève de Joseph” alla Collégiale de Saint-Pierre-le-Puellier a Orléans, in Francia, e “Lecciones de tinieblas”, al Museo José Luis Cuevas di Città del Messico. Nel 2010 presenta alla Galleria Naila de Monbri-son la ricerca sui gioielli in ardesia, utilizzando materiali innovativi, produzione di dieci anni di lavoro. Nel 2011 espone alla Fabbrica delle Arti a Napoli le “Raminie”, realizzate con scarti meccanici, vecchi radiatori di frigoriferi abbandonati in discarica, rivitalizzati nelle forme di luminosi e cangianti pannelli-sculture o trasformati in semoventi tavoli argentei. Nel 2016 vince il Premio Comel di Latina, con una scultura in alluminio intitolata “Raminia”. L’anno successivo presenta, sempre a Latina, la mostra personale “La metafora silenziosa e ispirata dell’alluminio”, curata da Giorgio Agnisola. Negli ultimi anni continua il suo lavoro di opere e fotografie ispirate all’Adda e al suo territorio.
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