In Lombardia abbondano minacce e intimidazioni nei confronti dei giornalisti: sono molte a Milano, ma non sono da meno quelle segnalate nei territori di provincia. A volte queste minacce si concretizzano in gesti e comportamenti che, in alcuni casi, sfociano in vere e proprie aggressioni fisiche. Nella maggior parte delle occasioni, però, sono parole: dette di persona, e il più delle volte scritte sul web e sui social. Perché l’anonimato garantito dalla Rete e l’utilizzo di profili “fake” rafforzano e invogliano coloro i quali si sentono “leoni da tastiera”. E così, il fenomeno, resta consistente: e se anche il numero delle denunce vere e proprie appare limitato, di sicuro è ben lontano dall’essere risolto o superato. Lo hanno sostenuto nel corso della riunione che si è tenuta ieri alla Prefettura di Milano sul tema “Il fenomeno di atti intimidatori nei confronti dei giornalisti” i rappresentanti sindacali e professionali di categoria. Un incontro, organizzato dal Prefetto di Milano Renato Saccone, che si è svolto alla presenza dei rappresentanti delle prefetture dei territori provinciali lombardi e di esponenti delle forze dell’ordine impegnate sul territorio. Il presidente dell’Associazione Lombarda Giornalisti Paolo Perucchini, il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani, il presidente dell’Ordine dei giornalisti lombardi Riccardo Sorrentino e il vicepresidente dell’Ordine nazionale Angelo Baiguini, nonché i colleghi Paolo Berizzi di Repubblica e Nello Scavo di Avvenire (testimoni sulla propria pelle di minacce e intimidazioni quasi quotidiane) hanno delineato il quadro in cui l’informazione lombarda e nazionale è inserita. Malavita organizzata (dalla mafia alla ’ndrangheta), estremismi politici e sociali (dai movimenti neofascisti a gruppi populisti e ultras sportivi) e derive culturali (dai no vax ai terrapiattisti): sono questi gli ambiti da cui provengono, in particolare, le minacce a cronisti e operatori dell’informazione. “Abbiamo sottolineato la difficile situazione con cui il mondo giornalistico lombardo e nazionale si deve confrontare quotidianamente”, ha sottolineato Perucchini. “Le istituzioni evidenziano che le minacce ai giornalisti sono in calo, ma con ogni probabilità lo sono i numeri delle denunce. Gli osservatori di settore, i contatti con i colleghi, al contrario, ci dicono che la tendenza resta in crescita o comunque a livelli consistenti. Per questo abbiamo chiesto alle Istituzioni di pro-seguire nella loro azione di prevenzione e abbiamo sollecitato un rapporto di collaborazione ancora più stringente, affinché si riesca finalmente a porre un freno concreto a questi fenomeni pericolosi, non solo per l’incolumità dei singoli giornalisti, ma per il diritto dei cittadini a un’informazione libera e corretta”.
(A cura dell’Associazione Lombarda Giornalisti)