“Una delle dichiarazioni più rivelatrici di Sironi è: “L’arte non ha bisogno di essere simpatica, ma esige grandezza”. E una delle prove più evidenti che quella grandezza appartiene all’artista stesso è che anche i suoi lavori più piccoli danno un’idea di grandiosità. Non c’è un suo foglio, per quanto minuscolo, che non moltiplichi le sue dimensioni fisiche grazie alle sue dimensioni ideali. Lo dimostra anche la significativa antologia di inediti che Matteo Crespi espone ora nel suo Bulino Antiche Stampe”. Così la critica e storica dell’Arte, Elena Pontiggia, battezza la mostra “Mario Sironi inedito. Disegni e matrici”, che apre i battenti domani, martedì 18 aprile, alle 18.00, in Corso Magenta al civico 50, per chiuderli il prossimo 6 maggio. L’esposizione è organizzata in collaborazione con l’Associazione per il patrocinio e la promozione della figura e dell’opera di Mario Sironi, che si occupa di raccogliere, catalogare e archiviare tutta la documentazione relativa alla sua opera e alla sua persona. Le lastre zincografiche del grande pittore sardo, milanese d’azione, non sono mai state esposte al pubblico prima d’ora e si riteneva che fossero andate perdute. Sironi le aveva incise nei primi anni del secolo scorso, tirando a stampa pochissimi esemplari, quando era ospite della contessa Sarfatti e del marito Cesare nella loro villa di Cavallasca, nel Comasco. L’arte incisoria è stata praticata dall’artista solo nel periodo di tempo indicato, mentre è nota a tutti la sua poliedricità. La nostra città ha ospitato fino al mese scorso un’altra esposizione del grande pittore, al Museo del Novecento, intitolata “Mario Sironi. Sintesi e Grandiosità”, una corposa retrospettiva che ha ripercorso interamente la sua opera, a poco più di sessant’anni dalla morte, avvenuta proprio a Milano, il 13 agosto del 1961.