Una fotografia che al primo sguardo sembra documentaristica si rivela evocativa di sentimenti, ricordi e riflessioni. “Mappe arboree”, la serie fotografica di Alessandro Vicario, in continua evoluzione e trasformazione, viene proposta da domani, mercoledì 12 aprile, al prossimo 30 maggio nello spazio espositivo Lab 1930 di via Mantova al civico 21. La mostra, curata da Elena Carotti (e che presenta undici opere fotografiche, di cui quattro inedite, scattate dal 2015 al 2021 con differenti modalità di ripresa, analogica e digitale), è una riflessione privata sugli alberi e in particolare sulla parte più esterna, che ha un ruolo fondamentale nell’ecosistema del nostro pianeta e che incide anche sulle vite di tutti noi: le cortecce, che oltre a proteggere i tronchi in cui scorrono i tessuti conduttori percorsi dalla linfa, vengono usate dall’uomo fin dal Medioevo per le loro proprietà terapeutiche. Quello per gli alberi è un amore che accompagna l’artista da quando era bambino, facendoglieli percepire come organismi vivi e dinamici, da conoscere e rispettare. La serie “Mappe arboree” (veri e propri territori fantastici e città utopiche, abitati da diverse forme di vita animale e vegetale, la maggior parte di dimensioni piccolissime, ma ugualmente importanti per l’equilibrio della biodiversità e dello stesso ecosistema) nasce nell’estate del 2015, quando Vicario (nato a Modena nel 1968, ma cresciuto e formatosi nella nostra città, dove tuttora vive e lavora) fotografa la corteccia del platano secolare che si erge nel giardino milanese della Guastalla. Le fotografie esposte da Lab 1930 sono il risultato di un viaggio lungo la penisola italiana e in Kenya, dove nel gennaio del 2017 Vicario ha fatto parte della prima missione italiana andata a conoscere le attività che Action for Children in Conflict, organizzazione non governativa keniana, porta avanti dal 2004 a Thika, a 45 chilometri a Nord-Est di Nairobi. Una parte del ricavato della vendita degli scatti keniani andrà a sostegno dei progetti nei quali AfCiC è attualmente impegnata. Oltre alle undici “Mappe”, nell’esposizione di Vicario è proposta la riproduzione di “Senza Titolo. Milano, parco delle Cave”, un’opera fotografica, con successivi ritocchi cromatici manuali, realizzata nel 1978 del padre Ennio, noto fotografo recentemente scomparso, a cui Alessandro dedica questa mostra.
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