Dopo il successo di Roma, la mostra dal titolo “Frida Kahlo – Il caos dentro” è approdata alla Fabbrica del Vapore, un suggestivo spazio milanese che in questo periodo pandemico è diventato anche Centro Vaccinale. Questa volta, però, il tram 10 ha condotto chi scrive all’interno di un allestimento messicano, allegro e rutilante dedicato all’artista, intramontabile icona mondiale di stile, forza interiore e ribellione. L’intento dell’esposizione, che si estende su due piani, è quello di restituire al pubblico una rilettura nuova, ampia e approfondita, della Kahlo donna e artista (1907-1954), grazie all’accostamento di tecnologia multimediale e testimonianze originali. La mostra è il frutto dello studio di quattro curatori: Milagros Ancheita, Alejandra Matiz, Maria Rosso, Antonio Arévalo e rappresenta un’occasione imperdibile per entrare negli ambienti dove la pittrice visse, per comprendere, attraverso i suoi scritti e la riproduzione delle sue opere, la sua poetica e il fondamentale, passionale e tormentato rapporto con Diego Rivera, vivendo, così, attraverso abiti, gioielli e oggetti la sua quotidianità e gli elementi della cultura popolare tanto cari all’artista. Dopo una sezione multimediale, con immagini animate e una cronistoria con le date che hanno segnato le vicende della pittrice, la mostra entra nel vivo con la riproduzione minuziosa dei tre ambienti più vissuti da Frida (la camera da letto, lo studio e il giardino) a Casa Azul, la celebre magione situata nel centro di Coyoacán, un sobborgo di Città del Messico, costruita nel 1904 in stile francese dal padre di Frida, Guillermo Kahlo. Segue la sezione “I colori dell’anima”, curata da Alejandra Matiz, direttrice della Fondazione Leo Matiz di Bogotà, con i magnifici ritratti fotografici di Frida realizzati dal celebre fotografo colombiano Leonet Matiz Espinoza (1917-1988). Matiz, considerato uno dei più grandi fotografi del Novecento, immortala Frida in spazi di quotidianità: il quartiere, la casa e il giardino, lo studio. Al piano superiore la mostra prosegue con una sezione dedicata a Diego Rivera; qui troviamo proiettate le lettere più evocative che Frida scrisse al marito. E poi una stanza dedicata alla cultura e all’arte popolare in Messico. Esposti anche alcuni esempi mirabili di collane, orecchini, anelli e gli abiti della tradizione messicana, che hanno ispirato ed influenzato i modelli usati dall’artista. Visitare la mostra dedicata a Frida Kahlo è un’esperienza sensoriale indimenticabile, che infonde gioia e amore per la vita. Una donna disperatamente vitale, nonostante un fisico minato dalla poliomielite prima e da un incidente poi, che è un nitido esempio di resilienza.
Dopo Milano, l’esposizione farà tappa a Napoli e a Torino.
Stefania Chines