Per oltre un anno, il fermo quasi totale della mobilità, nel contesto della generale contrazione economica dovuta alla pandemia, ha disincentivato le aziende nell’investire in pubblicità esterna, con gravi ripercussioni sull’occupazione dello specifico settore. Adesso, però, il mercato pubblicitario nel suo complesso, in Italia, in Lombardia e soprattutto a Milano, la città da sempre locomotiva del nostro Paese, a ripreso a correre, evidenziando una netta ripresa dopo il crollo registrato in questo drammatico e difficilissimo periodo. Tra le molte categorie penalizzate dall’emergenza sanitaria scese in piazza per manifestare il loro disagio economico e lavorativo c’erano anche gli operatori, appunto, della pubblicità esterna, preoccupati per la grave situazione che si è venuta a creare, con un’ingente perdita dei ricavi. Le richieste delle aziende di settore erano e sono ancora oggi diverse: il rinvio del Canone Unico, delle cartelle esattoriali e degli accertamenti, il credito d’imposta come per la pubblicità su radio, tv e giornali, i ristori per lo specifico comparto e agevolazioni per l’occupazione del suolo pubblico. E pensare che la pubblicità esterna viene spesso definita “amica delle città” perché contribuisce, con il 50% dei suoi ricavi, al miglioramento dell’arredo urbano e alle risorse degli enti locali per garantire i servizi. Poi la spinta fornita per la mobilità pulita e l’innovazione tecnologica, con le pensiline spot e il bike sharing, portando le città verso gli obiettivi europei espressi nel Recovery Plan. Infine gli investimenti, stimati in circa 600 milioni di euro all’anno, che hanno aiutato le infrastrutture della mobilità come aeroporti, metropolitane e trasporto pubblico su gomma. Nel quadro generale, a metà fra il disastro totale e la speranza di una ripresa immediata, spiccano però anche delle realtà aziendali che rappresentano vere e proprie eccezioni in positivo ed esempi da seguire. Come la Giemme Group con sede a Cormano, nel Milanese, che opera su tutto il territorio nazionale. A capo dell’impresa lombarda c’è Antonio Mancuso, 44 anni, di Cantù, che insieme alla moglie, Barbara Grande, guida con lusinghiero successo la società dalla fine degli anni ’90.
“Siamo nati come società esclusivamente di affissioni, ma nel 2017 ci siamo trasformati in azienda commerciale”, racconta l’imprenditore lombardo. “L’emergenza sanitaria, politica, economica e sociale che stiamo in parte ancora vivendo ha per fortuna (e credo anche per merito) soltanto sfiorato la nostra azienda. Siamo stati gli unici, nel nostro settore, ad affrontare questa situazione senza mettere i nostri operai in cassa integrazione. Oggi stiamo addirittura assumendo altre persone, portando a venti il numero complessivo dei dipendenti”. È stata soprattutto la grande distribuzione a fornire alla Giemme Group l’energia economica necessaria per superare indenne la contrazione lavorativa. “Sì, la GDO ci ha dato una grossa mano”, conferma Mancuso. “Grazie ai nostri clienti pensiamo di chiudere questo primo semestre del 2021 con un aumento del 23% e tre milioni e mezzo di euro di fatturato, puntando ad arrivare tra i sette e gli otto milioni di euro a fine anno. E poi speriamo che il mercato torni davvero a crescere nella sua globalità. Abbiamo ricevuto diverse richieste, sempre nell’ambito della GDO, ma la nostra filosofia è quella di seguire al massimo uno o due brand competitor per ogni singolo settore. E si stanno avvicinando nuovi clienti che credono molto nell’efficacia della pubblicità esterna”. E’ piacevole stupirsi del fatto che stanno tornando in essere i mezzi pubblicitari tradizionali come l’affissione, i grandi formati e i camion vela, che in passato sembravano essere superati.
“Certo, i maxi-impianti come i camion vela sono importantissimi”, sottoscrive il numero uno di Giemme Group. “Noi abbiamo un rapporto qualità/prezzo davvero sorprendente e soprattutto lavoriamo direttamente con i clienti, senza la mediazione delle agenzie. Se con queste ultime, ad esempio, comprare un cartellone costa fra i 18 e i 20mila euro e un’affissione classica su Milano (6×3) fra i 250 e i 500 euro, con noi si risparmiano cifre fino all’80%. Anche i camion vela, come dicevamo, si stanno rivelando fondamentali nelle strategie di comunicazione pubblicitaria. Può sembrare un veicolo storicamente arretrato, se si pensa alle grandi città, ma nei piccoli centri risulta azzeccatissimo perché attraversando le vie cittadine si rende molto visibile, rendendo capillare il messaggio. E un altro prodotto che sta andando per la maggiore sono i murales, un segmento dell’esterna in cui siamo leader perché ne realizziamo almeno otto su dieci”. Il futuro della pubblicità esterna e in particolare della Giemme Group sembra dunque destinato a una crescita costante e confortante. “Si tratta di uno strumento dinamico, proprio come il mondo del lavoro, che dovrebbe attirare nuovi investimenti”, afferma in conclusione Antonio Mancuso. “Per quanto ci riguarda, la nostra filosofia è quella di vendere in primis i nostri impianti e garantire al cliente i montaggi in tempi rapidissimi. La velocità, infatti, è una delle caratteristiche che più ci distingue sul mercato. Preferiamo pochi clienti, ma più soddisfatti, di tanti clienti, però contenti soltanto a metà. A Milano, non è un caso, abbiamo sempre gli impianti pieni, anche con l’invenduto delle grandi società di affissione che operano nel capoluogo lombardo. Mi piace anche ricordare che siamo gli unici a portare i clienti direttamente agli impianti, scegliamo insieme carte e teli (prodotti biologici, ci tengo a sottolinearlo) con i tecnici e gli operai. E a proposito di rispetto dell’ambiente: abbiamo quattro nuovi veicoli industriali che girano per la città e sono completamente elettrici. Insomma, le aziende stanno di nuovo investendo in pubblicità, ma vogliono essere seguite in modo particolare e quasi quotidianamente. E noi ci impegniamo al massimo per farlo al meglio”.