Nella Milano che sta vivendo la drammatica Emergenza Coronavirus le storie personali dei suoi abitanti s’incrociano sempre di più con quelle cittadine e con la storia della metropoli lombarda. Ne è un esempio quella di Andrea Corda e del negozio in cui lavora, VisionOttica Astarita, in piazza Pompeo Castelli, che unisce via Mac Mahon a via Console Marcello. Da bottega storica qual era (e che ancora oggi potrebbe essere considerata, visti i suoi 42 anni di vita), l’attività messa in piedi dal suo fondatore, Luigi Astarita, nel lontano 1978, ha poi spiccato il volo, tra cambiamenti, miglioramenti e passaggi familiari di testimone, fino ad aprire, negli anni, altri tre punti vendita, prima presso il centro commerciale Metropoli (a Novate Milanese), poi in via Pier della Francesca 5 e infine in via Della Pergola, nel quartiere Isola. Ma torniamo subito da Andrea Corda, 46 anni, da Riola Sardo, nella provincia di Oristano. Sposato e con una figlia di appena 19 mesi, Andrea si è trasferito a Milano nel 1997 e quattro anni dopo è entrato a far parte della squadra di tecnici competenti e cordiali che lavorano da VisonOttica Astarita.
“E chi lo avrebbe detto, allora, che oggi ci saremmo trovati in questa situazione, di colpo, mentre tutto scorreva più o meno normalmente?”, considera il neo-papà, affrontando l’argomento della nostra chiacchierata. “Devo dire che all’inizio, secondo me, abbiamo un po’ tutti sottovalutato il problema. Poi, con il passare del tempo, c’è stata una presa di coscienza collettiva (o quasi). Il numero delle vittime giornaliere ci ha svegliato e spaventato, stare a casa era un dovere, anche se in seguito lo si è avvertito come una costrizione. Milano, però, al di là della bellissima pubblicità “Milano non si ferma”, in realtà non si è mai fermata. Io personalmente ho continuato a lavorare, seppur con orario ridotto e soprattutto con le dovute precauzioni. Devo proteggere me stesso, la mia famiglia, i colleghi e i clienti”.
Sul fronte della corretta informazione, secondo te, sono stati commessi molti errori?
“Se ti riferisci alle informazioni giornalistiche credo che il bombardamento di notizie sia stato eccessivo. Improvvisamente, qualsiasi programma televisivo o social network esibiva qualche specialista, una vera e propria manna per influencer e blogger di qualsiasi tipo. Credo che questo abbia tolto rilevanza alle indicazioni dei veri professionisti del settore. Se invece ti riferisci alle informazioni rilasciate da Governo e Protezione Civile, ti confesso che sono soddisfatto; informazioni precise e concrete, nessun giro di parole o termini incomprensibili per il grande pubblico, semplicemente chiarezza”.
I comportamenti complessivi degli italiani (e in particolare dei milanesi) finora sono stati buoni o possono ancora migliorare?
“Mi ha decisamente spazientito il primo approccio ai supermercati, con le code chilometriche e gli scaffali vuoti. Per non dire di tutti quelli che hanno sfruttato la spesa per una passeggiatina quasi quotidiana. Adesso con la “Fase Due” vedo atteggiamenti da “liberi tutti” e ho paura che ci sia una cattiva interpretazione della libertà di movimento”.
Entriamo nel merito dei provvedimenti presi dalle autorità nazionali, regionali e cittadine. Da cittadino e lavoratore che opinione hai al riguardo?
“Andando oltre l’idea politica di ciascuno di noi credo che sia stato fatto e si stia facendo il meglio. Tengo sempre presente il fatto che non abbiamo nessuna esperienza pregressa relativamente a una situazione di questo tipo, quindi anche le critiche dei “professionisti” della politica dovrebbero essere, a mio avviso, più in favore del nostro Paese. Dal punto di vista lavorativo non manca la preoccupazione, certo. Il fatturato ne ha risentito, ma sono certo che con il lavoro e l’attenzione ci riprenderemo”.
Parliamo ora delle varie fasi in cui è stata divisa la gestione dell’Emergenza. E’ giusta, secondo te, la progressione delle chiusure e delle aperture di negozi e aziende, a seconda delle categorie e delle tipologie? Gli strumenti, i presidi e tutto i materiali necessari alla messa a punto dei programmi di sicurezza sono sufficienti e soprattutto disponibili? Voi come siete organizzati da Astarita? Com’è cambiato il vostro lavoro in questo periodo?
“La disponibilità dei presidi non è più un problema, la chiusura e relativa riapertura delle attività in modo progressivo credo sia stata ed è necessaria per evitare comportamenti controproducenti. E’ stata ed è indispensabile anche per mettere a punto un protocollo di sicurezza che ogni attività deve e dovrà rispettare. Se partiamo in sicurezza potremo prendere velocità in minor tempo, evitando brusche e pericolose frenate. La nostra organizzazione è partita subito delineando i percorsi, ridotto gli ingressi e purtroppo ridotto anche il tempo messo a disposizione di ogni cliente, per poter garantire l’accesso al maggior numero possibile di persone in totale sicurezza. Rispettiamo innanzitutto la distanza interpersonale, poi chiediamo ai clienti più “distratti”, diciamo così, di rispettare la segnaletica. Non abbiamo alternative. Inoltre, abbiamo messo a disposizione a tutti i guanti e il gel igienizzante”.
Per chiudere, Andrea: come vedi il futuro più immediato del tuo settore, qui a Milano?
“Il mio settore è particolare, lo stesso prodotto è comunque acquistabile sui canali web. Noi ci differenziamo per il servizio fornito e credo di poter dire che non esiste un portale che possa fare lo stesso. I nostri clienti lo sanno e sono loro stessi i nostri primi promoter. Questo ci permette di essere ancora competitivi e affidabili. In una visione più generale, spero in un miglioramento complessivo dello stile di vita. Ho personalmente rivalutato il tempo libero, soprattutto quello che trascorro con la mia famiglia. Adesso considero una passeggiata con più valore, non più uno spostamento dal punto A al punto B”…
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)