Ancora adesso, nel fantascientifico XXI Secolo, molta gente crede che una donna possa essere dotata di poteri magici e soprannaturali. Costoro ritengono che ne faccia molto spesso un uso cattivo e che pertanto possa essere definita una strega. Possiamo ritenerli dei poveri superstiziosi ignoranti? Ma certamente sì. Le streghe non esistono. E allora? Com’è possibile che nei secoli passati sia stata scatenata una caccia spietata e sanguinaria contro di loro? Nella nostra modernissima e ipertecnologica Lombardia ben pochi sanno che addirittura San Carlo Borromeo e il Cardinale Federico Borromeo, due giganti della Chiesa Cattolica, braccarono, stanarono e fecero giustiziare streghe e stregoni. A Milano il luogo delle esecuzioni era Piazza Vetra. Le sventurate venivano torturate fino a quando non si decidevano a confessare e poi arse sul rogo.
Il grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia ha raccontato, nel libro “La strega e il capitano”, il processo per stregoneria celebrato a Milano nel 1616 contro una presunta fattucchiera di nome Caterina Medici. La malcapitata fu orribilmente torturata, strangolata e bruciata. La caccia alle streghe è durata secoli, producendo migliaia di vittime, ma non è stato solo un fenomeno europeo. I colonizzatori del Nuovo Mondo hanno pensato bene di esportarla anche in America. Nel 1692, nella cittadina di Salem, nella Nuova Inghilterra, furono giustiziate ben 19 persone accusate di stregoneria. Meno male che tutto finì nel Settecento, il secolo dell’Illuminismo. Voltaire, uno dei più famosi intellettuali del tempo, disse: “Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle”…
Il mondo del Cinema non si è mai dimenticato di loro e qualche anno fa, per l’esattezza nel 1999, ci ha regalato un piccolo capolavoro: “The Blair Witch Project – Il Mistero della Strega di Blair”, uno dei maggiori successi al botteghino ottenuti da un film indipendente. Molto probabilmente i due giovani registi, Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez, hanno dimostrato di possedere poteri occulti, in grado di arricchirli in breve tempo. Nell’ottobre del 1994 tre studenti videoamatori scomparvero in un bosco nei pressi di Burkittsville, nel Maryland americano, mentre stavano girando un documentario. Un anno dopo fu ritrovato il loro filmato. “The Blair Witch Project – Il Mistero della Strega di Blair” inizia così, con una trama semplice, ma efficace, che permise a questo film di entrare nel Guinnes dei Primati. Costò solo 22.000 dollari, a fronte dei quasi 300 milioni incassati, realizzando il maggior incasso, proporzionalmente ai costi, nella Storia del Cinema. Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez, parecchio tempo prima che il film uscisse nelle sale, crearono un sito internet in cui si raccontava la storia dei tre ragazzi scomparsi, spacciandola per vera. Nacque una leggenda metropolitana, che portò al cinema milioni di spettatori. La storia della strega di Blair, la sparizione dei tre ragazzi, le interviste ai genitori e i rapporti della polizia funzionarono a meraviglia, decretando il successo mondiale del film. Lo stile è quello del finto documentario, con una realizzazione volutamente scadente, ma decisamente accattivante. Lo spettatore si sente proiettato all’interno dell’azione e vive quasi in prima persona l’intera vicenda. Anche lui crede di perdersi nel bosco, al buio, con l’incombente minaccia di un’oscura e misteriosa strega che non si vede mai. Il film è un agghiacciante crescendo rossiniano, che incolla lo spettatore alla poltrona con un finale enigmatico che si adatta alla perfezione a una pellicola che può essere sicuramente considerata come un capolavoro del cinema indipendente. Al termine della proiezione anche i più razionali si porranno la domanda: ma le streghe esistono veramente?
Da vedere, ma mi raccomando: soltanto in una notte buia e tempestosa…
Gian Luca Tavecchia