Roberto Loforte: “Milano è abituata a combattere, supererà anche l’Emergenza Coronavirus. E noi professionisti del Tango siamo pronti ad affrontare i cambiamenti del nostro lavoro”

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E’ giovane, sveglio e intraprendente, ma la vivacità e la voglia di fare non gli impediscono di rallentare quando serve e di essere anche molto sensibile e attento ai problemi che riguardano la collettività, oggi più che mai. Roberto Alexander Loforte, 31 anni, di Garbagnate Milanese, è un talentuoso maestro di Tango argentino, che ha iniziato giovanissimo a studiare “il pensiero triste che si balla”. E oggi, dopo tanta gavetta e diverse partecipazioni a festival, competizioni e spettacoli vari, insegna con suo padre Domenico alla “Pegaso 88”, la milonga di famiglia, questa meravigliosa, intrigante e affascinante disciplina artistica, che come quasi tutti i settori professionali e lavorativi risente parecchio della drammatica situazione determinata dall’Emergenza Coronavirus. “La nostra attività ovviamente è bloccata”, conferma Roberto. “Non lavoriamo ormai da qualche mese, è dura per tutti, ma resto comunque ottimista e mi auguro che potremo recuperare le nostre posizioni non appena sarà possibile”.

Come vedi la situazione milanese e del suo hinterland? Che idea ti sei fatto, a questo punto, riguardo non solo al fenomeno in generale, ma anche alla reazione della città?

“Milano ha resistito a prove ardue nel corso della sua Storia e anche questa volta supererà alla grande la crisi che si è venuta a determinare. Per quanto riguarda la reazione della città, penso che ci siano state tre fasi fisiologiche e distinte: la prima di incredulità, la seconda di angoscia e la terza di lotta, di combattimento. Credo che siano state reazioni del tutto naturali. Ora speriamo di vedere presto la quarta fase, quella della felicità per aver sconfitto il Covid19”.

Secondo te è stato fatto finora tutto quello che era possibile e doveroso fare?

“A mio avviso sì. Si doveva agire diversamente? Andavano fatti più tamponi? Forse. La mia idea è quella che qualunque governo territoriale (comunale, regionale e nazionale) abbia fatto il possibile in base alle disponibilità e soprattutto nel contesto di un’emergenza mai vista in Europa dal secondo Dopoguerra”.

Roberto Loforte sta già affrontando i cambiamenti imposti dall’Emergenza Coronavirus al suo lavoro di maestro di Tango

Sul fronte della corretta informazione sono stati commessi molti errori?

“Ecco, qui gli errori a mio avviso ci sono stati. E sono stati tre, in particolare: non si doveva scatenare il panico dopo il primo contagio, non si doveva esagerare, per contro con la tranquillità in seguito e infine credo che si siano realizzate troppe trasmissioni legate al Covid19. Questo ha reso la “quarantena televisiva”, chiamiamola così, troppo pesante e angosciante”.

I comportamenti complessivi degli italiani (e in particolare dei milanesi) finora sono stati buoni o possono ancora migliorare?

“Diciamo che la stragrande maggioranza dei cittadini milanesi e dell’hinterland ha capito la gravità della situazione e i dati sulla mobilità lo dimostrano. Penso che anche nel resto d’Italia sia così, anche se sono convinto che al Sud, fortunatamente, non hanno l’esatta misura della tragicità della situazione che stiamo ancora vivendo qui”.

Per concludere, Roberto: al di là di ogni più ragionevole ottimismo cosa accadrà, secondo te, in concreto, nel tuo ambito lavorativo, alla fine di questa storia? Hai già pensato come ovviare alle difficoltà che almeno per un po’ incontrerai? E come immagini il futuro del Tango a Milano?

“E’ una bella domanda. Sicuramente bisognerà lavorare sulle protezioni, le mascherine, i guanti e quant’altro potrà servire per metterci in sicurezza. Abbiamo già potenziato il lavoro “a distanza”; è già possibile, infatti, impartire e partecipare a lezioni attraverso le videochiamate. Personalmente sto lavorando molto anche sul canale YouTube della nostra scuola per divulgare il Tango anche su quella piattaforma. Diciamo che i social network saranno fondamentali per sviluppare al meglio il nuovo modo d’intendere il nostro lavoro. Per quanto riguarda Milano, infine, non sono in grado di sbilanciarmi. Però ho fiducia nei miei colleghi e nel mondo del Tango in generale. Sono convinto che qualcosa ci inventeremo”…

Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)

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