Forse l’ho già detto e mi ripeto, ma chiacchierare amabilmente della mia Milano Meravigliosa con gli amici e i colleghi con i quali c’è grande affetto e stima è un piacere immenso, una passeggiata di salute, una carezza sull’anima. Così è stato (e non poteva essere diversamente) con il caro Andrea Polo, davvero un grande professionista della comunicazione e un uomo di valori personali facilmente condivisibili. Cagliaritano, 45 anni, sposato, due figli, uno dei primi laureati italiani in Comunicazione d’Impresa (titolo conseguito col massimo dei voti nel 1998 all’Università di Siena), dopo aver collaborato con diverse agenzie di comunicazione e giornali locali, aver fatto parte del Gruppo Editoriale Giunti di Firenze ed essere stato il primo assunto in Italia dal colosso americano eBay, Andrea assume prima l’incarico di direttore della comunicazione di Immobiliare.it, poi di Assicurazione.it e infine di Facile.it, una delle aziende italiane di maggior successo. Oggi viene anche invitato a tenere lezioni in diversi atenei italiani e cura per Panorama.it la rubrica “Padri con figli”. Fa tutto questo vivendo qui, nella città che ama profondamente, dal 1999. Davanti a un buon caffè ci siamo chiesti come sarebbe stato meglio impostare il nostro dialogo milanese su questo blog, se in forma narrata oppure con una classica, ma sintetica intervista, che tenesse conto dei tempi di lettura concessi da Internet e pur mantenendo l’idea dei contenuti che avremmo voluto esprimere. Alla fine ne è uscito il botta e risposta che segue…
Caro Andrea, tu ormai, al di là delle tue origini sarde, puoi essere considerato un milanese “honoris causa”, perché vivi e lavori da tempo nella nostra città e perché ne sei profondamente innamorato. Sei una persona adatta, quindi, a tracciarne un profilo, visto che la stai attraversando da molti anni. Com’è cambiata e come sta cambiando Milano, secondo te?
“Vivo a Milano ormai da più di vent’anni e mi sembra di aver vissuto in venti città diverse. Il fascino di questa splendida signora è quello di essere non al passo coni tempi, ma due passi avanti ad essi. Milano si sa continuamente reinventare, ma senza mai perdere lo spirito di innovazione, eleganza e accoglienza che mi ha fatto innamorare di lei molto, molto tempo fa”.
Oggi Milano, secondo un’opinione diffusa, è la migliore città italiana in cui vivere per chi ha un’età compresa fra i 30 e i 50 anni, sotto diversi punti di vista. Tu cosa ne pensi?
“Anch’io rientro in quella fascia anagrafica e non posso che confermarlo. Milano è una città che offre molto. E tengo a precisare che il termine che ho usato non è casuale: offrire, infatti, non vuol dire obbligare. A Milano ciascuno ha davanti a sé un bouquet talmente ampio di scelte che è davvero difficile non trovare quella adatta ai propri gusti o alle proprie necessità. Dico anche, però, che lo stesso per me valeva quando abitavo a Milano ma avevo fra i venti e i trent’anni. Se scoprirò che il teorema rimarrà dimostrato anche quando avrò superato i cinquanta, allora semplicemente avrò la certezza che questa, per me, è semplicemente la migliore città in cui vivere”.
Tu lavori nel mondo della comunicazione e nel corso della tua brillante carriera hai ottenuto diversi riconoscimenti nazionali e internazionali. Il tuo, quindi, è un osservatorio privilegiato sulla città. Qual è, a tuo avviso, la situazione, oggi, in questo ambito professionale? E quali contributi ha portato, secondo te (se lo ha portato) lo sviluppo della Rete e dei Social Network?
“Il mondo in cui lavoro è molto cambiato negli ultimi anni e non sempre i cambiamenti sono stati positivi. Lo sviluppo della Rete e dei Social Network ha prodotto grandi passi in avanti, ma anche una maggiore difficoltà, ad esempio, a verificare l’autorevolezza delle notizie. Un ulteriore grosso problema è quello dell’improvvisazione: non sempre, infatti, avere accesso a una tastiera e a un grande pubblico vuol dire saper comunicare. E questo non è chiaro a tutti”.
Milano ha sempre avuto un respiro più ampio dei suoi confini. Tutto quello che la riguarda interessa sia a livello nazionale che internazionale. Pensi che sia in grado, anche oggi, di interpretare questo ruolo? Oppure è stata “colonizzata”, nel senso che questo interesse esterno ha prodotto investimenti economici e finanziari che hanno portato imprenditori, finanzieri e banchieri ad impadronirsene?
“Ma assolutamente no! Milano è uno straordinario e potente motore di innovazione, ispirazione e cambiamento. Si fa amare, ma non certo plasmare”.
Che opinione hai del fenomeno dell’immigrazione a Milano? In fin dei conti anche tu, come me, sei un immigrato…
E proprio per questo non posso che essere a favore dell’immigrazione che, lo dico per esperienza, è solo arricchimento. Tanto per chi arriva, quanto per chi accoglie”.
Per concludere, Andrea: come vedi il tuo futuro e quello di Milano? Starete ancora insieme?
“Fino a che morte o pensione non ci separi!”.
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)