Intervista al medico milanese Paolo Lissoni sul Covid-19 e la ricomposizione dell’Uomo e della Scienza (seconda parte)

Milano attualitàNews

Written by:

Come le sembra la politica governativa dei DPCM?

“La mia idea è appunto marxista-leninista e quindi concepisco un’altra scienza, un altro mondo. Per me la Comunità scientifica deve essere una struttura sacra, che riunisce i veri sapienti e amanti di una nazione, non certo persone che non conoscono la Scienza medica. Non posso dare un parere autorevole, è una scelta politica. Certamente sottolineo un tentativo più o meno inconscio o implicito di creare anche una situazione negativa, e questo si dimostra dal termine “distanziamento sociale”. Quindi, questa viziatura è sadica. Bastava dire distanziamento interpersonale. Si è dato al lockdown una valenza, certamente aldilà delle scelte correttissime, in qualche modo maligna. Il messaggio subliminale del lockdown è anche intra-psichico”.

Col senno di poi la libertà concessa nell’estate dello scorso anno le pare avventata?

“Probabilmente il vero problema sono stati i trasporti. Almeno nella mia umile esperienza di Milano, l’evento che mi sembra che abbia destabilizzato, più che le scuole, sono i trasporti”.

Perché, a suo parere, nonostante la grandissima audience di questo periodo, non è stata diffusa una campagna destinata a educare come implementare le difese immunitarie? Perché non sono circolate indicazioni su come rinforzare polmoni e deacidificare l’intestino?

“Perché è esattamente ciò che non si vuole. Cioè, il corpo umano deve essere abbandonato. Dal 1995 in poi anche il ricercatore studia molecole inventate. Io da solo mi sono trovato a tamponare questa opera maligna, cosa che dovrebbe essere di tutti i medici cattolici o comunque credenti del corpo umano, della creazione o del concepimento divino. Ho studiato gli ormoni della pineale, il sistema cannabinoide, l’ossitocina, l’ormone naturoretico e ora anche l’angiotensina. Perché li studio? Perché il primo dovere di un medico è studiare il corpo umano. E non fa differenza se sia stato buttato sulla Terra da un extraterrestre o creato da Dio. Il corpo umano non lo studia più nessuno. Nessuno più studia la patogenesi”.

Cosa pensa riguardo al vistoso fenomeno del protagonismo di certi personaggi pubblici e dello scroscio di notizie televisive unificate durante questo periodo?

“Io credo che l’attuale governo rischi l’impiccagione collettiva. E le cose che ho visto fare in questi mesi non le dimenticherò mai. Tanta falsità. In tv è tutto controllato, già si sa cosa un medico deve dire.
Gran parte dei virologi italiani non hanno ancora capito la prima fase del Coronavirus: il problema è la mancanza dell’attività dei recettori ACE2”.

Una persona con il sistema immunitario, diciamo, integro, quanto può solcare il mare delle infezioni? In particolare, nei confronti di quelle generate dai virus che hanno fatto il salto di specie…

“Il sistema immunitario oggi è diventato una parola, come un tempo il colesterolo, sinonimo di soteriologico (salvezza, liberazione da una condizione non desiderata, nda). Il sistema immunitario è il grande assente in clinica, nessuno sa come valutarlo. Per cui, si passa dall’estremo di non guardare neanche il numero dei linfociti nell’emocromo, oppure di osservare uno scatenamento di dosaggi delle sottopopolazioni linfocitarie o ancora di alcune delle 44 citochine interleuchine e nessuno che dia un parere in merito, che ne sappia cogliere il significato. Io da anni ho umilmente pubblicato (e la Comunità scientifica me ne rende omaggio) il banalissimo rapporto fra queste due cellule estreme, i linfociti antitumorali, tranne alcune sottopopolazioni, e i monociti che innescano la risposta infiammatoria e quindi la progressione tumorale, come dimostrato dal professor Alberto Mantovani. Nonostante ciò, di fatto, a livello clinico, nessuno guarda questa cosa. Come ho detto, nel caso del Coronavirus, si può stabilire la gravità dello stato del paziente da un banalissimo emocromo, il grande assente nella vicenda. Almeno finora”…

Un ambiente biologico leggermente basico è utile per la riduzione virale del SARS-CoV-2?

“Questo devono dirlo i virologi. Non ne ho idea. Qualcuno oso pensare che l’abbia studiato”…

“In che misura ci si può curare a casa, da soli o con l’assistenza del medico di famiglia?

“Per i credenti c’è l’Angelo Custode, che ha svolto un ruolo grandissimo e nessuno ne ha parlato. Voglio spendere io una parola a favore degli angeli custodi. Nel mondo di oggi può tuttavia essere normalissimo che l’ammalato ne sappia più del medico. Basta digitare https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov e si può consultare l’abstract di qualunque dato d’interesse medico. Anche se generalmente l’ammalato legge la notizia, non ne sa cogliere il peso medico. Quindi il ruolo del medico oggi corrisponde a quello del saggio, che dà un parere in base alla sua saggezza, ammesso che sia neutra, non inquinata da crassi interessi. Ma non si può dire dopo mesi e mesi che non c’è una terapia ufficiale e che le uniche cose sono il desemetasone e l’eparina, o addirittura gli antibiotici, che adesso fortunatamente sono usciti di scena. Non è possibile che la Comunità scientifica mondiale in nove e passa mesi non sappia dire quale sia la cura del Covid-19. Io e alcuni altri centri al mondo, che Dio li benedica, ci siamo sbilanciati: c’è un difetto molecolare che casualmente è antitrombotico e antidistress, ma questo si sa da dieci anni. Cari colleghi medici, basta digitare Pubmed e biologic effects of angiotensin 1-7. Troverete l’Universo”…

“Quali sono le sue indicazioni per implementare la forza del sistema immunitario? Vitamina C, vitamina D e vitamina K2 (le ultime due da considerare come binomio, sebbene assunte a distanza) le sembrano idonee al rinforzo?

“K2, vitamina C e D li escluderei, perché la prima modulazione del corpo umano è neuroendocrina. Cioè, il sistema immunitario studiato in vivo è l’ombra di quello del vivente. Questo è il principio della PNEI; ecco perché il mondo, rifiutando la PNEI, rifiuta sé stesso, il proprio corpo. Il sistema immunitario sottostà a una fondamentale regolazione neuroendocrina, con due sistemi, quello pineale cannabinergico (che immuno-stimola soprattutto l’immunità anticancro, ed è antinfiammatorio) e dal sistema oppioide, che invece sopprime la risposta immunitaria antitumorale, soprattutto attraverso gli oppiodi di tipo Mu. Il cervello produce, infatti, sia oppioidi che sostanze cannabinoidi. Ecco, questi due sistemi presiedono, il primo alla risposta infiammatoria e il secondo alla crescita maligna”.

“E come attivare il sistema cannabinoide e tenere a freno quello oppioide?

“Dipende dal livello in cui uno è, cioè dipende dal livello in cui una condizione simil patologica è presente. C’è il livello mentale: se io penso che ogniqualvolta tocco, non so, il sapone, mi viene l’orticaria, probabilmente prima o poi mi verrà. Per guarire, suppergiù, basta che uno mi dica che non era vero. Poi c’è il livello psichico, in cui viene già coinvolta la vita emotiva e quindi l’immunità inizia ad avere una leggera alterazione della regolazione neuroendocrina: in questo caso bisogna intervenire con qualche medicina, con la fitoterapia, la floriterapia, l’omeopatia, la magnetoterapia. Poi la malattia diventa fisica-reversibile: faccio la gastroscopia e vedo effettivamente il danno. Poi ancora c’è l’ultima fase, quella irreversibile. Quindi la saggezza del medico, non a caso nella lingua araba medico, fra i tanti modi, viene detto “Hakim il saggio”, dovrebbe essere quella di stabilire a che livello è la malattia. Di fronte a malattie come il tumore metastatico disseminato siamo in presenza di difetti irreversibili, in cui la ghiandola pineale è istologicamente alterata. Per cui perfino Gesù Cristo, al posto di un miracolo, direbbe “prendi la melatonina” (molecola prodotta di notte dalla ghiandola pineale, nda). E invece abbiamo due deliri: quello di chi pretende di materializzare una molecola (come gli omeopati) e chi invece darebbe delle molecole laddove basta il consiglio”.

“Perché la ghiandola pineale è centrale per la ricerca medica e del benessere?

“In quanto è il solo organo del corpo umano in grado di modulare la biologia umana, in particolare il sistema immunitario, in relazione alle condizioni energetiche del Cosmo, in particolare il ritmo circadiano luce/buio. Essa è attiva in modo decrescente negli anni, fino all’atrofia in età anziana e a volte anche prima. Per questo, le persone più in là con gli anni sono meno protette dal contrarre l’infezione”.

“È possibile indebolire il virus prima che entri nelle cellule?

“Questo lo devono sapere i virologi. Il mio compito è come modulare la risposta immunoinfiammatoria del paziente, che se esagerata è mortale”.

“Che indicazione condivide per la gestione a casa dei sintomatici?

“Per me è un delirio, perché essendoci una cura e vedere che non è impiegata è davvero difficile da sostenere. Ecco, potessi dare il mio parere direi due cose molto semplici. Uno, l’emocromo: se un paziente ha i livelli di linfociti altissimi, raramente evolverà distress. Quindi, la prima cosa che i responsabili devono domandarsi è, tra i sintomatici, chi potrebbe evolvere? Adottando l’emocromo avrebbero immediatamente la risposta. Anche con il sesto senso la troverebbero, ma ce l’hanno in pochi, con l’emocromo è più facile. Però non lo usa nessuno. Secondo punto: se l’Italia fosse stata una comunità scientifica vera e fraterna, era ovvio che in dieci mesi ci sarebbe stato tempo di trovarci, e certamente sia la mia opinione, che quella di altri altissimi centri nel mondo, almeno sette, avrebbe portato l’attenzione sull’angiotensina 1-7.
Mi rendo conto, non per orgoglio ma per compito, che l’Italia, in merito alla questione Covid-19, ha perso un prestigio che poteva essere assoluto, e questo mi dispiace. Soprattutto per la Lombardia. Cioè, nessuno al mondo ha capito la patogenesi del Coronavirus come noi. Chi l’ha capito in parte, li conosciamo uno per uno, per nome e cognome, ma solo in parte, perché hanno capito molto, ma non l’aggancio all’angiotensina 1-7. Se finisce il dialogo scientifico, il passo successivo sono le armi”…

“L’intervallo estivo non è stato sfruttato per fornire ai medici di base gli strumenti e la formazione per la gestione domestica dei nuovi malati previsti per l’autunno e l’inverno. Che dire?

“La formazione presuppone la conoscenza. Come posso formare se io stesso non so? Cioè, chi sa cosa avviene nel Coronavirus? Chi lo sa, lo dica. Io penso di saperne qualcosa e lo dico. Soprattutto perché mi pare che nessuno lo sappia. Il Coronavirus evidenzia i limiti della Scienza. Un tempo, della frammentazione della Scienza, si lamentavano solo i poeti e i filosofi. Ora è l’Umanità tutta che prende atto di quell’errore di scomposizione dell’Uomo in parti tra loro impermeabili. E, paradosso supremo, nessuno nel mondo scientifico l’ha riconosciuto. L’aver sacrificato l’unità della Scienza, se prima era solo una sofferenza filosofica (Hegel mi capirà, dal Cielo) ora l’Umanità constata che è un danno essenziale e esistenziale”. In un mondo caratterizzato dalla frammentazione del sapere in un numero sempre più grande di scienze specialistiche, come avviene appunto nell’epoca attuale, quello del Timeo costituisce un insegnamento ancora estremamente valido, consistendo esso nel riconoscere nella Filosofia il principio di unità delle conoscenze delle singole scienze. Infatti, fra i vari Dialoghi di Platone, il Timeo rappresenta certamente quello in cui più che in ogni altro vengono analizzate le singole scienze, affrontandole non con la pretesa di esprimere una verità assoluta, bensì quella verosimilmente più vicina al vero, secondo cioè un criterio di verosimiglianza, concetto questo che verrà ribadito oltre 2000 anni dopo da Martin Heidegger, uno dei principali filosofi del XX secolo”.

“È recente la radiazione dall’Albo dei Medici del Dottor Gava. Non è il solo ad aver subito quel trattamento con motivazioni di non ortodossia. Ha seguito la vicenda o qualche caso assimilabile? Che ne pensa?

“Non ho seguito la vicenda di Gava. Sulla radiazione dipende il motivo. Io in genere sono per l’amore assoluto, però ci sono a volte anche errori tali che impongono un intervento. Bisogna vedere il motivo, per cosa è stato radiato”.

In un documento che si chiama “Lettera aperta al governo del Regno Unito, ai governi del mondo e ai cittadini del mondo”, pubblicato a firma della World Doctors Alliance (un’associazione internazionale indipendente di personale medico di tutti i titoli) è affermato un punto di vista non in linea con quanto promulgato dai governi e comunicato dai media di regime. Le loro contestazioni sono grossomodo corrispondenti a quanto viene ora sostenuto dagli stessi media, dai cosiddetti negazionisti, ovvero null’altro che individui non disponibili a considerare definitiva la voce governativa. Tutto ciò, cosa le fa pensare in termini di informazione medico-sanitaria e in termini politici?

“Per esprimermi vorrei sapere i termini della questione; non conosco la disputa di questa associazione”.

Le risulta la predisposizione all’infezione da SARS-CoV-2 in funzione del gruppo sanguineo? Condivide il pensiero che il gruppo 0 sia quello naturalmente più protetto?

“Ecco, non è che condivido, c’è una pubblicazione scientifica che lo dice. Se uno mi dà i dati, lo ascolto; se è in grado di confutarli, pure. Ma in questo caso c’è una pubblicazione scientifica”.

“I cibi prebiotici e probiotici sono da consigliare in modo uniforme, indipendentemente dal gruppo sanguineo del destinatario?

“Mah… Anche chi difende i gruppi sanguigni, come il Dottor Mozzi, non sa neanche dire il perché. E allora non è vero? Ma dire che non è scientifico non significa sostenere che non è vero, significa semplicemente che non è attestabile. Secondo l’insegnamento degli immunologi, nei gruppi sanguinei si riscontra, unico caso in natura, che dispongono differenti anticorpi ancora prima di avere avuto contatti con i rispettivi antigeni. Come fanno a conoscere ciò con cui non sono mai venuti a contatto? Forse si può considerare probabile che l’evoluzione dei gruppi sanguigni sia andata parallelamente a mille eventi, tra cui il plurimillenario tipo di dieta. Ma queste cose dovrebbe dirle chi crede nei gruppi sanguigni. Cioè, oggi si esprime l’opinione, ma bisogna darne il fondamento scientifico e le motivazioni ipotetiche. Non ha valore formulare un’ipotesi che scaturisce da un’ipotesi”.

Tachipirina a parte, medicine considerate utili per curare la prima fase della malattia e di facile accesso economico sono risultate introvabili. Contemporaneamente sono state “consigliate” quelle più care. Le risulta?

“A me non risulta. Credo che le cose utili si trovino dappertutto. La prima è la melatonina, ma non lo sostengo per culto idolatrico e fondamentalistico. Piuttosto perché tutti gli effetti che comporta (l’aumento di interleuchina-6, di TNF, e aggiungo, di IL-17, interleuchina 17) praticamente sono sotto il dominio della melatonina. Casualmente, in tutto questo tempo siamo stati quotidiani testimoni di una, due, tre e anche quattro pubblicità di melatonina, seppur coi nomi differenti. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che forse la melatonina non è solo buona per dormire? L’altra molecola utile è una molecola cannabinoide. Anche qui, non per il culto dei cannabinoidi, ma perché sono potenti inibitori della IL-17. E allora cosa abbiamo di utile? Il CBD (cannabidiolo), che rientra nei prodotti galenici con ricetta medica e il banalissimo PEA (palmitoiletanolamide), la molecola scoperta da Rita Levi Montalcini, sebbene sottovalutato, in quanto la stessa azienda non ne conosceva la potenza. Ma perché tutti questi buchi di conoscenza? Per il buco supremo, che non è una sorta di buco nero astronomico. Consiste nel fatto che, ancora oggi, si nega che il sistema immunitario abbia una regolazione neuroendocrina. Per cui melatonina e cannabinoidi hanno senso scientifico. Sebbene la casistica sia limitata, è uscito un lavoro negli Stati Uniti, nella rivista Journal of Infectiology, in cui è stato dimostrato che i pazienti esposti alla melatonina, in modi e dosi differenti e per ragioni diverse, magari per l’insonnia, hanno avuto una incidenza minore di evoluzione in insufficienza respiratoria. Come mai queste notizie scientifiche non si diffondono? Viene il sospetto che il cosiddetto complottismo sia in realtà l’alter ego di un contro-complottismo, come avviene tra servizi segreti. Ormai non si può ragionare senza temere la presenza di infiltrati e di provocatori, di diversivi e menzogne reiterate finché diventano verità. Integrare, in specifiche patologie quali l’artrite reumatoide e la sclerosi multipla, un antidolorifico naturale (la PEA, palmitoiletanolamide) ¬rappresenta una rivoluzione nel trattamento del dolore. Si tratta di un efficace analgesico naturale, senza effetti collaterali. Efficace rimedio per la cura di numerose patologie associate a un dolore cronico. La PEA è una molecola lipidica prodotta naturalmente nell’organismo a partire dal NAPE, N-acetilfosfatidiletanolamide), in risposta a stimoli neuronali. E’ presente in numerosi alimenti, in particolare nel latte e nel tuorlo d’uovo”.

C’è una melatonina da preferire tra quelle in commercio?

“Non c’è motivo di preferirne una piuttosto che un’altra”.

“Tanto l’angiotensina 1-7 quanto la melatonina hanno anche un’azione preventiva dell’evoluzione infiammatoria, o solo curativa? Come stimare la posologia per prevenire o curare l’infezione da SARS-Cov-2?

“Assumendo melatonina e angiotensina 1-7 si compie un’utile azione a favore del sistema immunitario. Sempre nell’articolo già citato di Infectiologyjournal.com abbiamo pubblicato le dosi nel nostro studio preliminare. Nei confronti dell’angiotensina 1-7, che è diuretica, è opportuno ricordare di controllare la pressione per evitare dosi che l’abbassino eccessivamente”.

Il SARS-CoV-2 è stato realmente isolato?

“È stato ultra-isolato in tutte le sue varianti. Come da normale routine virologica”.

Con il mantenimento del test RT-PCR (tampone nasale), nonostante la sua alta percentuale di fallacia, possiamo andare avanti ad oltranza. Ovvero, potenzialmente la crisi infettiva non terminerà mai. C’è da pensare male o si tratta di una modalità che cesserà di essere impiegata in quanto riconosciuta inattendibile?

“Qui siamo stati tutti testimoni di uno stato ansiogeno assoluto. Cioè, l’atteggiamento giusto era già, fin dall’inizio, abbinare il tampone con la sierologia. Ma ancora oggi non abbiamo dei dati. Al loro posto abbiamo diversi mesi nei quali ogni giorno hanno fatto tot tamponi, tot cose; che si dica, però, la percentuale, quanti su quanti. Per cui è stata una vergogna epidemiologica, purtroppo”.

Il test sierologico (prelievo sanguineo) è invece uno strumento definitivamente attendibile?

“Direi assolutamente sì. Ma era la prima strategia, cioè vedere la risposta immunitaria, che non potevamo sapere, ma che andava subito ricercata. Ricordiamo tutti che il primo che disse “facciamo una sierologia” fu il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Il tempo del Coronavirus ha sviluppato una despecializzazione dei ruoli. Sentiamo il medico fare lo psicologo, lo psicologo fare il sociologo. Niente di male, però questo spettacolo io sinceramente non lo dimenticherò mai. Nella mia percezione ho assistito alla despecializzazione delle funzioni sociali”.

“A parte la giostra dei dati incompleti e fuorvianti che ci gira intorno da mesi, qual è o quali sono i dati che mancano per comprendere meglio il fenomeno?

“Anche il dato più banale. Non ne ho mai sentito parlare in tv: dei tamponi positivi, quanti richiedono un’ospedalizzazione? L’1%, il 10%? Questa mi sembra un’informazione che doveva essere data all’istante, è un calcolo elementare e non l’hanno fatto o quantomeno comunicato, non è come intuire l’angiotensina 1-7. Quindi il difetto del Coronavirus, ripeto, a livello scientifico-patogenetico, è una vergogna planetaria. E in parte anche una vergogna epidemiologica. Questo si poteva e si doveva evitare”.

“I tempi di produzione brevi, rispetto ai precedenti, del vaccino per la SARS-CoV-2, implicano un rischio maggiore per eventuali danni alla salute, rispetto al medesimo vaccino confezionato in tempi più lunghi? Saranno le relative prove cliniche di sicurezza a venire meno?

“Io penso di no, nel senso che i tempi lunghi sono dettati non dalla sperimentazione in sé, ma da cose burocratiche, è verosimile che tutto sia fatto in modo perfettissimo. I tempi di produzione brevi in teoria sì, alzano i rischi, ma, ripeto, spesso la lunghezza dei tempi è indotta da eventi burocratici. Per dire, se uno volesse fare uno studio a volte basta una settimana, però per avere le autorizzazioni magari ci vogliono tre mesi. Per cui se, come spero che sia stato fatto, l’abbreviare i tempi sia stato solo l’abbreviare non la valutazione dell’efficacia, ma della burocrazia, penso che non ci sia nessun rischio. La domanda vera che io invece pongo è: “Chi ha stabilito di comprare certi vaccini e non altri?” Io, per esempio, avrei preso il vaccino della Russia”.

“Per quale motivo?

“Per motivi affettivi, dato il mio amore per la Russia”…

“Sulla percentuale di immunizzazione del vaccino, nonché sulla sua durata, si sentono opinioni contrastanti. Che idea si è fatto?

“Un’efficacia c’è senz’altro. Vedremo poi in che misura”.

Prevede discriminazioni tra vaccinati e astenuti?

“Assolutamente no”.

“Il vaccino in preparazione è di tipo nuovo. Quelli finora prodotti contenevano il virus morto o indebolito, allo scopo di stimolare il sistema immunitario affinché producesse gli opportuni anticorpi. Ora si tratterrebbe di un vaccino di tipo OGM: verrebbe iniettata una molecola di RNA che si andrebbe a collocare direttamente sul nostro DNA, modificandolo definitivamente. Dobbiamo tralasciare o considerare l’eventualità di problemi immediati, a medio e a lungo termine, anche generazionale? Tutto ciò può essere considerato una premessa per la produzione dell’Uomo.2?

“Questi sono deliri apocalittici. Cioè, l’unica verità è che non è il vaccino tipico, vale a dire non è il virus attenuato. Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che la tendenza sia prendere un virus innocuo, come un Adenovirus, e inserirgli la parte antigienica del Corona, vale a dire la proteina Spike. Ecco, questo è un essere artificiale. Non sono in grado di dare un parere; i colleghi avranno agito bene. Innestano una parte di RNA e in questo senso è un virus creato, in quanto in natura non esiste un Adenovirus che abbia la proteina del Corona. In merito al timore che vada a innestarsi nel DNA del vaccinato penso sia un’invenzione. Non c’è evidenza scientifica. Varrebbe per tutti i vaccini. Mi chiede se similmente non accade anche per gli OGM. No, anche se gli OGM sono organismi geneticamente determinati. Mi trovo nel mezzo fra due cose che non condivido. L’Uomo ha il diritto di migliorare il creato, ma non di crearne uno artificiale. Nel caso degli OGM non so da che parte collocarli, mentre nel caso della Medicina sono testimone di quello che è accaduto. Cioè, si è sostituito al corpo umano un corpo artificiale, in quanto amputato proprio da quelle strutture che espandono gli stati di coscienza, quali la ghiandola pineale, il sistema cannabinoide, il sistema ossitocinico e ora, grazie alle conoscenze donateci dal Covid-19, anche il sistema angiotensina 1-7, si creano molecole artificiali, in particolare i monoclonali. La principale molecola che modula il sistema immunitario, l’unica in grado di aumentare i linfociti, è la famosa IL2 (interleuchina-2), che di fatto non è disponibile per la cittadinanza. Purtroppo sono queste le cose che mi scandalizzano, tutto il resto spero che sia fatto in modo perfettissimo. A me stupisce come tutti vedano cose strane e tutti non vedano il vero dramma dell’attuale Umanità, privata della sua naturale immunità”.

I vaccinati, in generale, sono maggiormente esposti a infezioni nel primo periodo di 10/15 giorni? E sono maggiormente virulenti nel medesimo lasso di tempo?

“Non conosco l’argomento, però ripeto che queste sono tematiche che non dovrebbero essere opinioni, ma dati. Chi ha i dati, lo dica. Sul fatto dei vaccini certamente c’è un buco, ma non sul vaccino, per il modo di studiare l’evento. Ad esempio, se uno mi interrogasse a proposito dell’emocromo, del rapporto linfociti-monociti (che con altri autori abbiamo presentato in qualità di esame fondamentale per gran parte delle malattie umane e per monitorare sinteticamente e facilmente lo stato immunitario), se mi chiedesse com’è dopo un vaccino avrei delle informazioni attendibili sullo stato di quel sistema immunitario. Ma pare che nessuno scienziato al mondo abbia studiato questo fenomeno. Quindi, sono dei limiti nel modo procedurale della Scienza, non nel vaccino in sé”.

Quanti emocromi ha visionato nel tempo? La loro segnalazione del rapporto linfociti/monociti indica anche il tipo di patologia in corso o soltanto lo stato qualitativo del sistema immunitario? Può far comprendere anche il tipo di tumore?

“Di pazienti oncologici, giudicati incurabili, a migliaia e di ogni tipo di tumore. Un centinaio di Covid-19 e di malattie autoimmuni”.

“La sua opinione sull’OMS e sull’ISS? La partecipazione all’OMS di Bill Gates, la sua predizione sulla pandemia, la sua mano nella casa produttrice di vaccini, il suo potere economico, sono innocui?

“Dovrei rispondere come il Governatore campano De Luca: “Non suscitatemi cose che mi danno reazione”, una reazione vomitevole”.

“Quanto il vaccino è da concepire come indispensabile per debellare la particella infettiva?

“È fondamentale (ride). Io personalmente dopo il sesso amo i vaccini. La mia critica è che non si è studiata la patogenesi del Coronavirus, che potrebbe insegnare al genere umano una reinterpretazione di tutta la Scienza medica. Questo è il mio dolore. Personalmente, nessuno ama al mondo i vaccini come me, perché dimostrano l’infinita potenza del sistema immunitario, in grado di agire contro molecole antigieniche passate, presenti e future, per via del riarrangiamento genico, perché ogni linfocita del nostro corpo è già preposto a riconoscere anche molecole future. Che poi ci siano problematiche umane, metalli pesanti e via dicendo, non lo so. Però ecco, non dobbiamo confondere il vaccino come concetto epistemologico da eventuali limiti umani nello studiare gli effetti della vaccinazione e nella preparazione dei vaccini. Certamente un mondo dove ognuno fa il suo vaccino non è il massimo agli occhi di eventuali extraterrestri, non è il massimo nel comportamento umano. C’era un momento in cui, se uno non sapeva cosa fare, quasi quasi faceva un vaccino anziché fare le parole incrociate. Non è bello che sia così. Io speravo che tutto partisse dall’OMS”.

Che percentuale effettiva di protezione può produrre?

“Non ho dati per dare una risposta”.

Plasmaferesi, clorochina, azitromicina sono utili per una cura? Possono essere considerate un’alternativa al vaccino?

“Ho già risposto in precedenza. Per ogni sostanza è necessario sapere in che modo agisce, il resto sono chiacchiere. Comunque, in alternativa al vaccino assolutamente no. Ma se uno sa i meccanismi di ciò che serve, correggere il difetto di angiotensina 1-7, allora si dia l’angiotensina 1-7. Supponiamo che anche l’idrossiclorochina abbia un’azione utile alla produzione di angiotensina 1-7. Ma allora mi chiedo: perché devo usare una molecola concepita per altri meccanismi? L’idrossiclorochina è un modulatore inibitorio di alcune citochine infiammatorie ed è un attivatore dell’ACE2. Ma il problema è che manca l’angiotensina 1-7. Quindi la sua azione è limitata. La molecola angiotensina 1-7 che, come detto, diverrà nota col nome Angioliberina, confermerà negli anni le proprietà da noi già dimostrate a livello sperimentale e cambierà i destini del genere umano. E allora verranno giorni in cui, come Virgilio, anche noi diremo “haec olim meminisse iuvabit”, cioè, un giorno sarà dolce il ricordo anche di queste cose”.

La questione del mutamento del SARS-CoV-2 tende a invalidare l’efficacia del vaccino?

“Purtroppo la mutazione è una complicazione. Vedremo come andrà a finire.
Cosa si può associare? A livello teorico è potenzialmente utile nella cura della malattia Covid-19 tutto ciò che blocca la risposta infiammatoria, in particolare quella indotta dalla IL-17, quindi la magnolia, le foglie di ulivo, i fiori di loto, il fungo cordyceps, oppure che tamponino il difetto di angiotensina 1-7, responsabile di una risposta infiammatoria potenzialmente mortale, quindi innanzitutto la somministrazione della stessa angiotensina 1-7. Non certo il plasma, che è una mitologia dei secoli scorsi. Eventualmente anche i monoclonali, oppure, meglio ancora, la stessa molecola, cioè l’ACE2, ricombinante, cioè l’enzima che porta alla produzione dell’angiotensina 1-7. Forse qualche centro al mondo ha fatto questa cura. Il virus si lega a questa molecola, viene poi distrutto dai macrofagi e lascia libere le cellule. Questa è una strategia saggia, ma ancora più saggio è dare ciò che manca. E in definitiva non è che manchi l’ACE2. Piuttosto, il virus inibisce la produzione di angiotensina 1-7. Quindi si interrompe l’interazione tra la spike protein del virus e l’angiotensina 1-7 e il gioco (patologico) è fatto. In realtà, qualcuno la conosceva l’angiotensina 1-7, ma inizialmente la limitava alla funzione cardiovascolare, l’opposto della più nota angiotensina 2. L’angiotensina 1-7 è invece regolativa del sistema immunitario. E torno a ripetere, non si capirà mai il sistema immunitario finché non si studia in vivo come se fosse in vitro. In vitro non è possibile perché il sistema immunitario è inseparabile dalla sua regolazione neuroendocrina. Ma questa era un’evidenza nota ai tempi dei Beatles e dei Rolling Stones. A me stupisce che ciò che negli anni Ottanta era evidenza planetaria oggi sia diventato oggetto di meditazioni trascendentali. L’immunità esiste nel vivente solo come modulato dal sistema psiconeuroendocrino. Che è l’equivalente chimico del nostro vissuto psichico o spirituale. Perché è bene che l’Umanità lentamente impari anche la differenza fra l’Anima e lo Spirito”…

Tra le varie figure che abbiamo sentito e visto esprimere la loro opinione più o meno argomentata, più o meno dogmatica o faziosa, quale ha trovato più interessanti e utili?

“Sinceramente, nessuno. La persona più saggia che ho sentito in tv in questi mesi è stato il filosofo Cacciari, quando giustamente, vista la ressa di voci, si chiedeva e chiedeva: “Chi deve tirar le fila nel Coronavirus, il pneumologo, il cardiologo, l’infettivologo, il virologo?”. Questa è l’unica domanda saggia”…

Il costo psicologico di quanto stiamo vivendo, in particolare per le persone sole e i giovanissimi, sarà facilmente assorbito e dimenticato o comporterà strascichi incidendo sulla stabilità e relazionalità individuale, sulla concezione del prossimo, sulle relazioni, sulla formazione di uomini compiuti?

“Per me rimarrà per sempre. Anche fra mille/duemila anni si parlerà di questo evento come il più triste della Storia umana. C’è chi parla di opportunità, ma quale opportunità? L’insegnamento del Coronavirus è un’umiliazione planetaria del genere umano. Hanno voluto elaborare una scienza medica artificiale? Ecco le conseguenze”…

“Per qualcuno, la grande precarietà lavorativa, eccezionalmente amplificata dai numerosi fallimenti di piccole imprese, la grande disoccupazione, lo smart-working prima imposto e poi celebrato, l’imposizione, quantomeno mediatico-culturale, della vaccinazione per il Covid-19, quella nei confronti dell’influenza e la relativa interferenza virale, l’implicato squilibrio nella relazioni soprattutto infantili, sono realtà che supportano l’idea di un progetto di controllo crescente degli individui a scopi egemonici di forti potentati finanziario-economico-liberisti? Se non proprio un complotto pianificato/organizzato, un contesto che, chi ne ha le doti, saprà sfruttare a proprio vantaggio e il cui prezzo è comunque interamente pagato dalle caste che supportano il vertice della piramide…

“Qui la lettura è ovviamente trascendentale. Io personalmente appartengo alla tradizione essenica e, umilmente, siamo stati i primi nella Storia umana a teorizzare il divenire umano come uno scontro fra la Luce e le Tenebre. Purtroppo, questo è stato interpretato in senso morale, quindi in termini di Bene e Male, quando invece si tratta fondamentalmente di due umanità: una fondata sull’amore, sul piacere e sulla conoscenza e l’altra fondata sul potere, sul sadismo e soprattutto sul fare della Scienza una sfida a Dio, o comunque una specie di rivolta prometeica. Quindi non c’è nessun complotto, ci sono due umanità che si affrontano, si sfidano per stabilire chi governerà la futura umanità. Se si leggono tutte le letterature, ogni nuova epoca inizia con uno scontro. Così è l’Iliade, così la Bhagavad-Gita. È un momento fisiologico, o meglio ontologico, della Storia umana. Durante gli ultimi duemila anni siamo stati tutti come l’elettroforesi delle proteine. La metafora è meravigliosa per capire l’Umanità. Eccola: normalmente le proteine sembrano tutte uguali. Sottopongo una carica elettrica e alcune proteine, come per esempio le albumine, migrano, mentre altre in direzione opposto. Ecco, così è l’Umanità. Sottoposta a un’irradiazione d’amore, reagisce in due modi opposti. Quindi non sono complotti. Certamente, dal punto di vista non interpretativo-morale nel senso di causa o colpa, ma dal punto di vista fenomenologico, siamo stati tutti testimoni di una sperimentazione, voluta o non voluta lo sa solo Dio, ma certamente una sperimentazione di massa. Cioè, anziché studiare lo stress e l’effetto dello stress sul topo, abbiamo di fronte una sperimentazione di massa creata dal destino, in cui abbiamo constatato che l’Umanità sottoposta a uno stress si ammala, cioè non è più Umanità. Quindi è certo una sperimentazione voluta o generatasi, non sta a me dirlo, e l’effetto è stato quello di vedere come reagisce il corpo umano e l’individuo se lo sottopongo a incredibili e rapidissimi cambiamenti nel suo modo di relazionarsi”.

Da parte di coloro che non vorranno vaccinarsi è ragionevole il timore di vedersi ridurre la libertà che sarà invece lasciata ai vaccinati?

“Speriamo siano pochi quelli che non saranno vaccinati, che non lo saranno per loro scelta, nel senso che c’è una aliquota, i virologi la sanno stabilire, di vaccinati che permette di ottenere la cosiddetta immunità di gregge. Il mio timore non è il vaccino, è l’organizzazione. E vorrei che fosse un’organizzazione facile, vorrei che fosse un gesto bellissimo dello Stato, con un’organizzazione meravigliosa, che intervenga in aiuto anche il personale dell’Esercito. Oso immaginare che ci sia una bella gestione almeno nel vaccino. (L’intervista è stata raccolta prima dell’avvento del vaccino, nda)”.

“Le case farmaceutiche, multinazionali in primis, hanno il profitto come scopo. L’equazione è semplice, più malati, più denaro. Il guadagno delle case farmaceutiche è da sempre vergognoso. La differenza, a loro favore, tra costo di produzione di un farmaco e il suo prezzo sul mercato è spaventosa. C’è una difesa a tutto questo per la persona comune? A suo parere, la ricerca dovrebbe essere in mano allo Stato? E come si potrebbe fare, visto che non può permetterselo? Meno spese militari?

“Ora è tardi. Questa diagnosi andava fatta nel 1995. E io la feci. Forse per la prima volta in assoluto. Cioè la ricerca deve essere nelle mani dello Stato, non nel senso burocratico, ma nel senso che devono essere le menti migliori della mia generazione a decidere cosa è Scienza, come direbbe Allen Ginsberg nella sua poesia Howl. Oggi si può sapere chi sono le menti migliori della my generation? Certo, basta digitare on line e si può vedere il curriculum, occorrono soltanto cinque minuti. Era sempre stato così, in analogico, ma così. In ambito medicina i concorsi pubblici non erano, salvo rarità, falsificabili. Poteva accadere in quanto il valore dato alle pubblicazioni era altissimo. Anche con raccomandazioni e conoscenze era difficile frodare i colleghi più meritevoli. Dal ’95, per effetto di una legge che sappiamo tutti da chi fu fatta al tempo del Governo Dini-Bindi e quando Formigoni era Governatore della Lombardia si è spianata la strada alla Scienza: non più ai più illuminati e ai più santi, ma ai più astuti e ai più politicizzati. Questo è un errore di cui io ho parlato nel momento in cui si verificava, ma nessuno ancora oggi se n’è accorto. Non dico del mio intervento, ma del cambio di registro e delle sue conseguenze scientifiche, sociali, politiche, istituzionali, sanitarie. Oggi l’Umanità si sta lamentando di una mancata diagnosi che purtroppo andava fatta molto prima. Per quanto riguarda le case farmaceutiche sataniche, ecco, una volta tanto voglio spendere una parola a loro favore. A me non sembrano così astute, e faccio un esempio. Come detto e ridetto prima, la proteina più coinvolta nel coronavirus è l’interleuchina-17. E chi conosce veramente la patogenesi del Covid-19, ha certamente subito osservato la similitudine tra SARS-CoV-2 e SARS-1, quindi l’importanza della stessa interleuchina 1-7. C’è un prodotto di una casa farmaceutica, il monoclonale anti-IL-17, che si chiama Secukinumab che non è emerso quale farmaco utile. È stupefacente che la casa produttrice non si sia data da fare per proporlo. Si è lasciato che si diffondesse la voce solo del monoclonale anti-interleuchina-6, il famoso Tocilizumab. Per questo dico che le case farmaceutiche non risultano poi così furbe e astute”.

Lo spirito di soccorso e dedizione nei confronti del bisognoso dei medici di oggi è venuto meno? È stato scalzato da interessi vanesi e venali?

“La prima dedizione di un medico è la Scienza. Tra un medico dagli occhi glaciali, ma che prescrive, supponiamo, la melatonina a un malato di cancro avanzatissimo e che propone solo terapie palliative e un medico che come San Francesco va a trovare ogni mezzanotte gli ammalati (tranne ora che c’è il lockdown), ma non prescrive la melatonina. Agli occhi miei e di Gesù Cristo è più grande il primo dei due. La prima santità del medico è la conoscenza, la Scienza. La sua attitudine moralistica non conta nulla. E ritorno sul punto: in questo periodo sono tutti bravi, ma come mai nessuno ha voluto visionare gli emocromi dei tamponi positivi? Fanno gesti meravigliosi, di abnegazione, dedizione al lavoro e di empatia col prossimo, ma qualcuno ama ancora la Scienza nella sua purezza virginale?”.

Lorenzo Merlo (fotogiornalista e scrittore milanese)