L’ho conosciuta in una fredda e nebbiosa sera invernale di qualche anno fa, sullo speciale autobus dell’ATM a disposizione dei City Angels per portare soccorso ai bisognosi. E un angelo come lei (nome di battaglia “Ghost”) non poteva passare inosservato. Perché se è vero che chi fa parte dell’associazione benefica creata da Mario Furlan è sicuramente una persona speciale lei spicca per la completa, totale dedizione al prossimo. Anna Cominotti, di San Giuliano Milanese, sposata, una figlia, un’infanzia serena, ma una gioventù e una maturità in salita, fra mille difficoltà, è una donna davvero particolare, in un panorama di umanità che di umanità ne fa apparire ben poca. Non c’è una cosa che non faccia solo ed esclusivamente per beneficenza. Non accetta denaro, se non da girare, poi, a tutte le associazioni senza fini di lucro con cui entra in contatto e per le quali si spende senza risparmiare energie. “Da bambina gli adulti mi promettevano tante cose, ma spesso non mantenevano la parola data e io aspettavo, inutilmente, che quelle promesse venissero mantenute”, racconta con apparente distacco emozionale. “Oggi realizzo oggetti di ogni tipo da regalare, appunto, ai bambini, che non devono mai, dico mai, essere illusi perché questa sofferenza poi si paga da adulti”.
Anna è una vera e propria artista del sociale; ha una manualità davvero eccezionale e ricama opere originali, pezzi unici che diventano entusiasmanti giochi per i più piccoli, ma anche preziosi elementi da collezione. “La mia vita è stata difficile, è vero, ma questo non è un buon motivo per incattivirsi e irrigidirsi con le persone e con il mondo intero”, dice. “Proprio chi ha provato la sofferenza, secondo me, deve comprendere quella altrui e aiutare chi ha davvero bisogno. Per questo ho deciso di dedicare la mia vita al volontariato”. Fra le altre cose, Anna si batte da anni anche contro gli omicidi stradali. “Ho visto troppi giovani morire sulle strade, spesso vittime di altri giovani incoscienti e sconsiderati”, afferma e si infervora. “Bisogna lavorare molto sulla prevenzione e inasprire le pene per chi si macchia di questi delitti. Insomma, c’è ancora molta strada da fare”. Il periodo di quarantena per l’Emergenza Coronavirus lo ha trascorso rispettando le regole imposte, alle quali ha derogato soltanto per mettersi a disposizione dei City Angels. “Sì, portavo il cibo a domicilio agli anziani, la domenica mattina”, conferma. “Poi, a casa, cucivo mascherine per tutti e tu, caro Ermanno, sei stato uno dei primi a cui l’ho confezionata. Oggi le cose vanno meglio, ma non bisogna ancora abbassare la guardia perché il virus non è sparito del tutto”. E il futuro di Anna sarà comunque quello di sempre: occuparsi degli altri. “Progetti ne ho come sempre parecchi”, conclude sorridendo, come una bambina che vuole nasconderti qualche segreto. “Ultimamente ho ripreso a vestire le Barbie che mi regalano e che trovo un po’ qua e un po’ là. E’ da quando ero soltanto una ragazzina che mi piace prendere le bambole in disuso e rimetterle a nuovo. La definisco arte cucita addosso; infatti, trasformo le Barbie a mia completa fantasia. E a tal proposito ho in programma un’iniziativa secondo me davvero molto bella ed emozionante, oltre che utile, ovviamente. Ma non vi anticipo nulla: lo scoprirete, spero, tra poco”…
Ermanno Accardi (giornalista e scrittore)